Kata scomparsa a Firenze, le indagini proseguono: un’ora e mezzo sotto esame degli investigatori

Chi ha preso la bimba è entrato in azione tra le 15.13 e le 16.45 del 10 giugno. Niente tracce nelle stanze

Kataleya Mia Alvarez Chicclo, per tutti Kata. E’ scomparsa dall’hotel Astor nel pomeriggio di sabato 10 giugno

Kataleya Mia Alvarez Chicclo, per tutti Kata. E’ scomparsa dall’hotel Astor nel pomeriggio di sabato 10 giugno

Firenze, 11 luglio 2023 – Un range più ampio, un’ora e mezzo almeno, da analizzare attimo per attimo e cercare Kata e chi l’ha presa.

E’ tra le 15.13 - l’ora dell’ultima immagine della bambina sulle scale dell’Astor, diretta verso il cortile - e le 16.45, quando la mamma prende coscienza che Kata non era al campetto con il fratello e gli altri bambini e cominciano le ricerche in proprio, prima che venga sporta denuncia ai carabinieri di Santa Maria Novella.

Si cerca chi è fuggito dall’Astor sabato 10 giugno, ma anche chi si è avvicinato, qualora il rapitore di Kata fosse già dentro. Per fare questo lavoro, delicato e lungo, ci sono i carabinieri del Ros. Stanno lavorando da giorni sulle telecamere. E’ un dato ormai assodato che l’impianto privato che dà sul cancello di via Boccherini, l’ingresso dei ’residenti’ da quando l’albergo era stato occupato, non ha dato informazioni utili. Di lì Kata non è passata, e da lì non sono passati neppure personaggi sospetti. Kata viene cercato anche in sacchi o borsoni.

Ma a un mese di distanza, alla luce del lavoro incessante degli inquirenti, è difficile anche ipotizzare che qualcuno possa essersi allontanato così da un edificio attorniato dai palazzi, sempre affollato ma quel sabato 10 giugno incredibilmente deserto.

E allora, alla luce anche delle indagini in corso, diventa preziosi un’immagine che viene dal retro, dalla telecamere di una ditta che confina con il muro posteriore. Un tonfo di qualcosa che cade, un motorino che arriva e e che va via, un’uscita che si affaccia su via Monteverdi, anche se ci sono dei cancelli. E’ quella la strada della fuga, è questa la strada che può dare una svolta al giallo?

In questi giorni, gli inquirenti hanno lavorato anche sul precedente del 28 maggio, la notte in cui l’ecuadoregno vola dalla finestra per cercare di scampare a quello che pare un regolamento di conti e che la procura ha battezzato tentato omicidio.

E’ stato il punto forse più aspro della guerra interna per il racket delle stanze. Secondo le prime ipotesi investigative, sarebbe anche la causa scatenante di quello che è successo a Kata. E’ possibile?

Nel frattempo, però, le indagini proseguono a 360 gradi. E non è la solita frase di circostanza. Perché le ipotesi investigative si intrecciano, si sovrappongono, si affastellano.

Dati ce ne sono pochi, se non quelli che escludono: è escluso, dopo la maxi ispezione all’indomani dello sgombero del 17 giugno, che il corpo della bimba fosse sempre dentro l’hotel occupato. E’ escluso anche che ci siano tracce biologiche di Kata in altre camere se non quelle della famiglia.

Forse tutto si è consumato in un attimo, sul cortile rimasto vuoto. Oppure c’è qualcos’altro, ancora da chiarire. Per ora, neanche 70 testimonianze, e altrettanti test del dna, hanno chiarito il sinistro mistero dell’Astor.

ste.bro.