Firenze, 11 agosto 2023 - Interrogatori fitti, uno dopo l’altro, zio Abel per ultimo. Domande sul presunto racket delle camere, sulle richieste di denaro per lavori - veri o presunti - di manutenzione e di ristrutturazione all’hotel, sulle violenze che si sarebbero perpetrate per la gestione del controllo. Ma l’argomento Kata non entra nella stanza del sostituto procuratore Christine Von Borries: quattro ore abbondanti di confronto con i quattro arrestati del filone “violenze“, quello che ha dato i primi frutti nella vasta inchiesta sull’albergo occupato di via Maragliano che, due mesi or sono, ha risucchiato anche la sua piccola occupante di cinque anni. Tutti hanno risposto alle domande. Lo zio di Kata, è l’ultimo a comparire davanti al magistrato. Abel, detto Dominique, è accusata di essere la spalla di Carlos Martin De La Colina Palomino nel “racket“ e di aver partecipato anche lui, quella notte del 28 maggio, alla “spedizione punitiva“ che culminò nel volo dalla finestra dell’ecuadoregno Santiago Medina.
La versione, riferisce il difensore Elisa Baldocci, non cambia: e cioè che era stato deciso di allontanare quegli occupanti che facevano rumore. Carlos ha descritto anche le ore precedenti alla caduta dalla finestra, in cui sarebbe stato lui, più volte, a chiamare la polizia perché a sua volta minacciato dagli occupanti “rivali“. I quattro negano l’esistenza del racket.
L’avvocato Baldocci ha chiesto un’attenuazione delle misure cautelari in corso. Forse, le posizioni più avvantaggiate sono quelle di Nicolas Lenes Aucacusi e Carlos Manuel Salinas Mena, le cui condotte sono parse più marginali rispetto agli altre due connazionali. I quattro peruviani sono stati arrestati sabato scorso, e l’operazione della squadra mobile, benché incentrata su fatti avvenuti nell’ex Astor tra il giorno della sua occupazione (settembre 2022) fino all’apice del 28 maggio, ha ridato nuova linfa all’intera indagine in mano ai carabinieri.
Kata è scomparsa il pomeriggio del 10 giugno. L’ultima immagine della bambina è quella mentre, alle 15.13, scende le scale esterne lato dell’edificio, lato via Boccherini, diretta verso il basso. O verso il cortile, o verso i piani bassi dell’immobile occupato: il grande rebus dell’indagine che s’aggiunge al buio delle telecamere della zona. Non risulta, secondo quanto è stato reso noto finora, che ci sia un’immagine di interesse investigativo, un frame delle tante telecamere della zona che ritraggono Kata o il suo rapitore nell’intento di abbandonare l’ex Astor.
Eppure, un approfondito sopralluogo effettuato dopo lo sgombero, fa escludere che la bambina sia dentro quelle mura: è stato perlustrato ogni anfratto con le più sofisticate tecnologie. Tuttavia, se la situazione rimanesse in questo stallo, non è escluso che gli investigatori possano tornare lì dentro, all’hotel in cui, due mesi or sono, è cominciato questo incubo.