Firenze, 7 giugno 2024 – L'indagine sulla scomparsa della piccola Kata, "resta altamente complessa”. È quanto dichiara il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, durante una conferenza stampa per fare il punto sulle attività investigative a un anno dalla sparizione della bimba di origini peruviane all'ex hotel Astor.
Le indagini sono complesse, spiega il procuratore perché "la notizia della sparizione è arrivata con un gap temporale rispetto alla scomparsa della bimba”.
Le piste seguite
Traffico di droga, racket delle stanze all'ex hotel Astor, scambio di persona, possibili abusi a sfondo sessuale: sono queste le maggiori piste investigative che la procura di Firenze sta privilegiando. Il procuratore Spieza ha sottolineato come l'indagine sia "altamente complessa" anche perché "aggravata dal fatto che la notizia della scomparsa è arrivata con un gap temporale rispetto all'avvenuta sparizione, ma anche perché riteniamo in base agli elementi raccolti che sia frutto dell'attuazione di un piano che è stato ben organizzato nei dettagli, e non una attività estemporanea".
Il lavoro degli investigatori, ha aggiunto il procuratore Spiezia, "sta proseguendo su più piste, e la differenza rispetto alla fase iniziale è che il nostro lavoro è più selettivo rispetto alle ipotesi prese in considerazione". Spiezia ha poi assicurato che "le indagini non sono mai state interrotte", e "non solo abbiamo continuato a coltivare possibili nuove piste, ma anche proceduto a una rilettura ancora in corso degli atti materiali investigativi, informativi raccolti nella prima fase di indagine, perché evidentemente con una maggiore familiarità di nomi, volti, suoni e voci di persone è possibile oggi anche valorizzare aspetti di dettaglio rispetto a una prima fase di indagine".
Due indagati
"Allo stato attuale abbiamo ancora due indagati. Non è una novità, ma non vi sono elementi per poter archiviare e declinare le posizioni di questi soggetti". Ha spiegato il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia. "La complessità delle indagini - prosegue - è legata anche al contesto molto particolare in cui si sono sviluppati i fatti, si tratta di comunità di soggetti peruviani e di soggetti di 'area rumena' che si sono caratterizzate per atteggiamenti anche non collaborativi. Ci siamo mossi anche in un quadro un po' omertoso, che ha contribuito a rendere le nostre indagini molto complesse". Al tempo stesso si è rafforzata fra gli inquirenti la convinzione che la chiave della scomparsa di Kata sia la porzione dell'ex hotel Astor non coperta dalla sorveglianza degli occhi elettronici: "Abbiamo la conferma che la rete di videocamere che circonda l'hotel Astor effettivamente aveva un buco - evidenzia Spiezia - un'area non coperta dall'osservazione. Abbiamo ragione di ritenere che quello spazio è stato sfruttato da coloro che hanno organizzato la scomparsa della bambina. Questo è uno degli elementi che ci inducono a credere che si è trattato di un piano ben predisposto".
Cosa accadde il 10 giugno 2023
Alle 15.32 del 10 giugno 2023, Kata scende la scala esterna dell'hotel Astor: a distanza di un anno, è ancora quella l'ultima immagine della bimba. Dodici mesi di ricerche che non hanno sortito alcun esito, né buone né cattive notizie, nonostante l'impegno di tre magistrati della procura di Firenze e dei migliori reparti dell'Arma dei carabinieri. Ma l'indagine è ancora aperta: formalmente, sono indagati i due zii, quello materno, Abel Argenis Vasquez, e quello paterno Marlon Chicclo. Avevano la custodia della bimba quel giorno, un sabato, mentre la mamma, Katherine Alvarez Vasquez, era fuori a lavoro e il padre, Manuel Romero Chicclo, era detenuto a Sollicciano.
Ma nell'inchiesta si sono vagliate tantissime ipotesi: da una vendetta nei confronti della famiglia, a un regolamento dei conti nell'ambito del 'racket delle stanze' in cui lo zio Abel è uno degli imputati in un procedimento parallelo. Gli inquirenti hanno persino preso in considerazione l'ipotesi dello scambio di bambina e fatto interrogatori fino in Perù, nella speranza che qualcuno parlasse. Ma Kata sembra sparita nel nulla.
L'hanno cercata perfino i cacciatori di Calabria, reparto dei carabinieri specializzati nella ricerca di latitanti e vittime di sequestri, scandagliando ogni anfratto dell'immobile che nel settembre del 2022 era stato occupato da famiglie peruviane e romene.
Un'occupazione nata come risposta 'sociale' all'annoso problema della casa per chi non può permettersela ma con i mesi divenuta un pericoloso focolaio di criminalità. Una manciata di giorni prima della scomparsa della piccola peruviana, bande rivali si erano affrontate con i bastoni per contendersi le camere e alimentare un presunto business sommerso: in quella notte di tumulti, un occupante ecuadoregno si gettò da una finestra al terzo piano per sottrarsi alle botte.
E' questo il contesto in cui il 10 giugno Kata scompare. La telecamera che la inquadra mentre scende la scala esterna non la riprenderà più. Oggi c’è' la certezza che Kata, che lo scorso aprile ha compiuto sei anni, è stata portata via da li' dentro ma non si sa come. Naufragata anche l'ipotesi che sia stata messa dentro una valigia: in tre borsoni sospetti, non e' stata trovata traccia del suo Dna. Così come non è mai arrivata una segnalazione utile, un avvistamento, un'indicazione, nonostante la sua immagine, capelli mori, occhietti vispi, sia finita ovunque.