Firenze, 10 luglio 2023 – “Siamo disperati ma andiamo avanti, mai mollare”. Lo dice Miguel Angel Romero Chiccllo, il padre di Kataleya. La bambina peruviana è scomparsa da Firenze, dall’ex Hotel Astor, un mese fa esatto.
Da allora tante segnalazioni, un’ampia attività di indagine ma alla fine nessun elemento per ritrovare la piccola. E nella serata di lunedì 10 luglio c’è stata una nuova manifestazione, proprio un mese dopo.
Il corteo è stato promosso dai genitori della piccola, dalla comunità peruviana ma anche, tra gli altri, dall’associazione Penelope che si occupa di persone scomparse e che ha partecipato con uno striscione con una grande foto di Kata in primo piano.
I genitori hanno rivolto un nuovo appello al premier Giorgia Meloni perché tenga alta l’attenzione sul caso. “Continueremo nei nostri appelli. Siamo persone comuni e siamo stranieri. Non so cosa pensare, ma non abbiamo ricevuto quel sostegno che speravamo”, dice ancora il padre.
Poco dopo le 21 il corteo è partito: partecipano una settantina di persone. Tra gli slogan, “Liberate Kataleya” e “Giù le mani dai bambini”. In testa al corteo i genitori della bambina.
Presente il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi: “Per fare sentire la presenza delle istituzioni”.
Tante delle 70 persone presenti si sono fermate per dare un abbraccio e confortare la madre di Kata. Lei si è commossa alle manifestazioni di affetto ricevute dai cittadini di Firenze.
La mamma di Kata ha detto che "per noi è difficile, un mese è un'eternità per noi”. "Voglio solo l’aiuto per condividere la foto di mia figlia anche all'estero. In questo momento mi serve tutto l’aiuto possibile”. Il padre ha invece sottolineato: “Non smetterò mai di cercare mia figlia, voglio andare fino in fondo”
Emanuela Zuccagnoli, presidente di Peneole Toscana, ha detto che è “importante che la città di Firenze ci sia perché prima di essere una bambina peruviana, Kata è una bambina. Bisogna impegnarsi per trovarla. Rinnoviamo l’appello a chi sa qualcosa di dirlo, anche in forma anonima. Dobbiamo riportare a casa Kata”.