LUCA
Cronaca

Krishnamurti e la felicità. Il mistico indiano che fece innamorare Firenze. La teosofia era molto diffusa

Il 15 novembre 1930 Margherita Cattaneo scrive dell’arrivo in città del noto personaggio. Il giorno dopo avrebbe tenuto un’affollatissima conferenza al Grand Hotel.

«Paradiso Terrestre» di Margherita Cattaneo, a lungo collaboratrice de La Nazione di Firenze

«Paradiso Terrestre» di Margherita Cattaneo, a lungo collaboratrice de La Nazione di Firenze

L’uomo che afferma di aver trovato la felicità è un po’ mio amico d’infanzia, perchè fin da piccola ricordo di aver visto per casa una fotografia di un ragazzo indiano, vestito di una tunica bianca, con occhi così neri, sfumati, tenebrosi, dolci, da non potersi dimenticare; e in seguito ricordo di aver visto fotografie di un giovanetto, eppoi di un giovane, con gli occhi come inargentati e la pelle olivastra, con certe curve serene, orientali, sul viso, e un turbante annodato da una parte; eppoi finalmente le fotografie di un giovane uomo vestito con garbo, all’inglese, più magro, più emaciato e più raccolto. Queste fotografie le ho viste tutti i giorni: Krishnamurti è cresciuto in casa mia. Un mio parente era teosofo, e mostrandomi il ritratto dell’Alcione giovanetto mi diceva che quello era il nuovo Maestro del mondo, non conosciuto da alcuno, e che avrebbe presto cominciato la sua predicazione. A me, che ero proprio una bimbina, queste profezie parevano novelle. Ora il ragazzo che mi guardava dalla parete, questo antico ospite della mia casa, perso di vista da parecchi anni, è venuto davvero nel mondo a fare una singolare predicazione: quella della felicità. Lo sentiremo lunedì al Grand Hotel, dove terrà una conferenza per cui l’aspettativa è grandissima. Personalmente devo dire che non ho una eccessiva simpatia per i messia di ogni qualità, anche se indiani geniali e amici d’infanzia.

Ma questo ha il buon senso di presentarsi come un filosofo come una persona normale qualunque, almeno, fa tutti i suoi sforzi. E la cosa non gli deve esser stata facilissima. Nell’ambiente un po’ confuso, un po’ invasato di quelli che lo aspettavano da quando era ragazzo, l’ambiente di quei pericolosi e ardenti e innocenti cercatori della verità, che spesso, in nome della verità, s’imbrogliano in dettagli infantili e prendono alla lettera la poesia. Superare le nuvole d’incenso, rinunziare a essere Dio: ecco una cosa che non è da tutti. Io non sono un messia afferma questo giovane, che di un Messia orientale ha certamente la bellezza, e, dicono, il fascino. E questa affermazione: io non sono un Messia. Io non ho discepoli e non desidero averne, questa rinunzia alla leggenda, è certo un bel tratto, da signore. Tauto, se Dio vuole, intorno a lui di leggenda ce n’è abbastanza da consolare, comunque, con la poesia o con la filosofia, il nostro tempo grigio, Krishnamurti è nato nella provincia di Madras, in India, da un bramino che fu anche impiegato del Governo inglese. Krishnamurti significa incarnazione di Krishna: un’antica usanza indiana impone questo nome ai maschi ottavogeniti di ogni famiglia, in memoria della divina incarnazione, di Krishna, che fu appunto un ottavo figlio, La leggenda racconta che dell’esistenza di questo bambino destinato a diventare il nuovo Istruttore del mondo, fosse per vie occulte ed oroscopi avvertita Annie Besant, capo della Società Teosofica mondiale, e che l’incontro della leader teosofa col Krishnagi avvenisse sotto segni spiritualmente magici.

La cronaca, più semplicemente, dice che essendosi il padre di Krishnamurti stabilito ad Adyar coi suoi figli, (la moglie era morta in giovane età) due di questi attirarono l’attenzione della Besant che nel maggiore riconobbe delle facoltà le quali, portate allo svi luppo, avrebbero potuto fare di lui un grande maestro spirituale. La Besant si offri di dare a Krishnamurti l’educazione necessaria, e il padre, che era in condizioni piuttosto misere, accettò ben volentieri. Poichè tra Krishna e suo fratello Nityananda c’era un forte legame di affetto, anche il più giovane ragazzo divenne pupillo di Annie Besant. Nel 1911 la Besant condusse i due ragazzi con sè in Europa ed annunciò pubblicamente la natura della grandezza spirituale di Krishnamurti. La proclamazione fu accettata da migliaia di teosofi di tutte le parti del mondo, ed essi si fusero in una organizzazione detta L’Ordine della Stella in Oriente, che aveva per scopo di preparare la via a Krishnamurti nel lavoro che egli doveva compiere quando sarebbe arrivata la sua ora.