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L’ingegnere che scommette sui vitigni antichi

L’avventura di Giulio Tinacci, dalla laurea al Politecnico di Milano al lavoro sulle uve autoctone nell’azienda agricola di famiglia.

Un’azienda agricola a gestione familiare, un giovane ingegnere che decide di cambiare strada per seguire una passione e la volontà di produrre vini riscoprendo vitigni autoctoni del territorio. Questi gli elementi che riassumono la storia del 25enne Giulio Tinacci (ultimo a destra nella foto con i genitori, il fratello e la sorella) e dell’azienda di famiglia, l’azienda agricola Montalbino di Montespertoli, di proprietà della famiglia Tinacci dagli anni ‘90. Giulio Tinacci è il secondo dei tre figli della famiglia. Si è laureato in ingegneria civile al Politecnico di Milano e ha poi approfondito gli studi all’estero. Al termine, però, Giulio decide di seguire le sue passioni: la viticoltura e la produzione di vini di qualità. Supportato dalla famiglia, inizia quindi a occuparsi dello sviluppo della parte vinicola dell’azienda, che oltre all’attività agricola conta un agriturismo e un ristorante agrituristico.

Laddove in passato c’erano dei vigneti, Giulio e la sua famiglia ne hanno reimpiantati di nuovi con vitigni autoctoni e la cantina è stata ristrutturata. "Quando con la mia famiglia abbiamo deciso di reimpiantare vigneti nei nostri terreni, c’era l’idea di completare l’azienda: la produzione di vino era l’elemento mancante che andava ad aggiungersi all’agriturismo, al ristorante e alla produzione di olio extravergine di oliva. All’inizio ho seguito la parte puramente amministrativa dell’investimento, poi pian piano ho iniziato ad appassionarmi sempre più al mondo del vino e a quello della viticoltura – racconta Giulio Tinacci –. Così, appena laureato, ho deciso di dedicarmi completamente alla produzione dei vini di Montalbino. Qui ho seminato le basi per un progetto di vita, non solo enologico e imprenditoriale. Ogni giorno ho la fortuna di confrontarmi sia con le lavorazioni in campo che con quelle in cantina, di conoscere e apprendere i segreti di questo lavoro così affascinante. Tutto questo con il costante supporto della mia famiglia e dei consulenti: l’enologo Valentino Ciarla, e l’agronomo Gianluca Grassi".

Il tipo di agricoltura condotta è a basso impatto ambientale: un’agricoltura che preservi la biodiversità e conservi la naturale sostanza organica presente nei terreni. Così, dal 2008, l’azienda è certificata biologica. L’intento è quello di ottenere un vino il più fedele possibile al terroir di provenienza, un terroir con una delle vocazioni vitivinicole più apprezzate e invidiate in Italia e nel mondo.

R. E.© RIPRODUZIONE RISERVATA