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Uno studente originario del Gabon ha vinto il suo ricorso al Tar
FIRENZE
Permesso di soggiorno rigettato perché, pur frequentando l’università, non aveva dato gli esami sufficienti, finendo fuori corso. Ma il Tar ha accolto il ricorso e lo studente, di origine africane, ha battuto la questura e ottenuto l’ok a permanere sul territorio italiano.
Protagonista di questa peripezia burocratica è R.J.A., cittadino originario del Gabon che si è iscritto per la prima volta all’Ateneo fiorentino nell’anno accademico 2019/2020 per frequentare il corso di laurea in professioni sanitarie tecniche. Tre anni dopo, lo studente si è presentato in questura per il rinnovo, ma l’amministrazione glielo ha negato. Perché, oltre ad alcuni carenze documentali (tipo la presentazione di un’assicurazione sanitaria), risultava che l’ultimo esame sostenuto dallo studente extracomunitario risaliva al luglio del 2021. E, sempre secondo la questura, sarebbe finito al terzo anno fuori corso, quindi fuori dai termini massimi per chiedere la permanenza sul territorio per studiare.
Ma nel suo ricorso, lo studente ha affermato e dimostrato che le “prove di profitto“ erano state sostenute. Solo che, per l’incertezza del suo status sul territorio italiano, non erano state ancora verbalizzate.
Un circolo vizioso che il Tar ha sciolto accogliendo il ricorso e sospendendo l’efficacia del diniego alla sua permanenza in Italia.
Secondo il Tribunale amministrativo fiorentino, infatti, le prove fornite dallo studente del Gabon (assistito dall’avvocato Letizia Salvadori) dimostrano che egli è rimasto entro i limiti previsti dalla legge sul soggiorno per motivi di studio. I permessi, stabilisce l’articolo 46 del Dpr 394 del 1999, vengono rinnovati "agli studenti che nel primo anno di corso abbiano superato una verifica di profitto e negli anni successivi almeno due verifiche", anche se i permessi "non possono essere comunque rilasciati per più di tre anni oltre la durata del corso di studio". E lui, al momento della richiesta di rinnovo (anno accademico 2023/2024), non era al terzo anno fuori corso, bensì al secondo.
Nel caso in esame, poi, R.J.A. ha sostenuto tre prove, come certificato da una dichiarazione del presidente del corso di laurea frequentato dallo studente. Un rendimento minimo ma sufficiente a garantirgli il rinnovo.
stefano brogioni