
La battaglia sul dehors. Il Tar dà ragione ai residenti del palazzo: "Serve il loro consenso"
di Pietro Mecarozzi
NZE
Si sono ritrovati, senza aver dato l’autorizzazione, un dehors con tanto di ombrelloni a pochi centimetri di distanza da porta di ingresso e finestre. Così alcuni condomini hanno deciso di fare ricorso al Tar, che pochi giorni fa gli ha dato ragione, annullando il provvedimento impugnato, ovvero la concessione degli spazi esterni da parte del Comune di Firenze. È la storia di un gruppo di residenti di piazza Santa Maria Novella, che ha ricorso contro l’installazione del dehors di un locale del noto brand di enoteche Signorvino, proprietà della società Calzedonia. Nella sentenza del tribunale amministrativo, si legge che il nuovo locale il 5 ottobre del 2023 aveva richiesto al Comune l’autorizzazione per l’occupazione temporanea di suolo pubblico, chiedendo di installare un dehors composto da una pedana e due ombrelloni per la ristorazione all’aperto. Palazzo Vecchio aveva dato il via libera al posizionamento degli arredi esterni ai proprietari, con l’indicazione di collocarli a ridosso dell’edificio a causa dell’assenza di marciapiede in quella zona.
Poi ha inizio un ping pong tra l’amministratore di condominio, gli uffici di Palazzo Vecchio e la società, nel quale nuovi progetti e prospetti, sempre secondo gli atti giudiziari, avrebbero confuso i condomini sulle reale distanza di strutture e ombrelloni dall’immobile. Inoltre, secondo i residenti – difesi dall’avvocato Simone Nocentini –, non ci sarebbe stata nessun parere favorevole da parte loro, e dopo una serie di richieste di chiarimenti sul progetto cadute nel vuoto, il 5 giugno scorso hanno deciso di rivolgersi al Tar di Firenze chiedendo l’annullamento delle concessioni comunali.
Nel frattempo l’enoteca aveva posizionato la pedana e i due ombrelloni per il servizio di ristorazione. Non senza creare problemi ai condomini.
Nel ricorso, infatti, si legge che gli ombrelloni arrivavano a lambire il primo piano dell’edificio "costituendo un vero pericolo". E in caso di pioggia, la loto pendenza avrebbe provocato più volte ricadute di acqua piovana sull’intera facciata condominiale e sul portone di accesso dello stabile. Infine, l’entrata nel dehors – che avviene da una rampa che affaccia sullo spazio immediatamente antistante il portone – avrebbe dato vita più volte a lunghe file di clienti in attesa di accedere nell’enoteca-ristorante. Quasi a commento del loro ricorso, valevole un po’ per tutti i luoghi simbolo della città, i condomini hanno anche sottolineato che nella piazza "erano già presenti numerose installazione a servizio di locali" e quindi "non vi era alcuna necessità di saturare ulteriormente con questa tipologie di struttura una delle piazze più belle della città".
Il Tar ha accolto tutte le motivazioni dei condomini, annullando il provvedimento impugnato e spiegando che: "Il regolamento comunale prevede che per le occupazioni attrezzate con elementi posizionati in aderenza a fabbricati, è necessario l’assenso del condominio". Quindi, prima dell’istallazione serviva almeno una delibera assembleare del condominio per dare il consenso all’enoteca di adottare modifiche del genere. Il Comune e la società Calzedonia sono stati anche condannati a 3 mila euro di spese processuali.