
Il governatore della Toscana Eugenio Giani durante il sopralluogo (FotoGermogli)
Nel passato, la zona del Restone a Figline era un raccoglitore naturale di grandi quantità di acqua. Quanto prima tornerà a questa antica predisposizione, ma in maniera artificiale, diventando la nuova cassa di espansione. Insieme a quella a poca distanza di Pizziconi e alle nuove casse di Prulli e Leccio, permetterà di mitigare il rischio idraulico e di salvare Firenze e di conseguenza i territori precedenti e successivi da future alluvioni. Ieri mattina il sopralluogo del presidente della Regione Eugenio Giani e dall’assessore ad ambiente e protezione civile Monia Monni ha simbolicamente posato la "prima pietra" di questo tassello importante del sistema di laminazione del Valdarno a difesa del fiume. Con loro erano presenti anche il sindaco di Figline e Incisa Valerio Pianigiani e il direttore della protezione civile in Regione Giovanni Massini.
L’intervento dal valore di 35 milioni di euro permetterà di invasare nella nuova cassa da 110 ettari tra il torrente Cesto, il fiume Arno, la ferrovia e la zona di Casa Nuova ben 5,76 milioni di metri cubi di acqua in caso di eventi climatici straordinari. Sarà recintata da un sistema di arginatura perimetrale che si estende per 8,5 chilometri, con un’altezza variabile tra i 2 e gli 8 metri e una pendenza delle scarpate di 2:1.
Attraverso un impianto di presa delle piene, un manufatto in cemento armato e uno sfioratore idraulico sull’argine del fiume Arno, saranno garantiti deflusso dell’acqua e controllo delle piene. Il sindaco Pianigiani promette: "Manterremo alta l’attenzione affinché i cantieri possano concludersi rispettando le scadenze previste per la piena operatività e nuove opportunità di sviluppo al nostro territorio". Per la vicina cassa di Pizziconi, i cui lavori sono iniziati a marzo 2021, la chiusura è prevista per il primo trimestre di quest’anno: l’ultimazione del lotto 2 da 13,3 milioni di euro permetterà l’entrata delle acque di piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione anche del lotto 1. Ma l’entusiasmo degli amministratori, viene smorzato dalla consigliera regionale di Fdi Elisa Tozzi: "Basta tour elettorali: si parli piuttosto dell’intero sistema delle casse di espansione, già previsto nel primo accordo di programma del 2005 tra Regione e Ministero dell’Ambiente e ancora oggi non concluso".