Il brutto anatroccolo non è ancora diventato cigno. I lavori sono in corso, ma per il momento possiamo ancora chiamarlo palazzaccio, visto che il trasferimento del quartier generale di Yves Saint Laurent nell’ex centro di calcolo delle finanze, pare ancora piuttosto lontano nel tempo. Entro l’anno i residenti si accontenterebbero riaprisse via del Parlamento Europeo, visto che sono ancora in corso i lavori di urbanizzazione e la strada è stata chiusa ormai da mesi.
Il cantiere per il recupero dell’ex centro delle finanze in via del Parlamento Europeo è partito con la perimetrazione delle aree nel gennaio ’22. I lavori sono cominciati qualche mese dopo, ma tra breve saranno due anni dall’inizio formale delle attività. La struttura sarà l’atelier produttivo di Yves Saint Laurent. È un intervento da 28 milioni di euro che permetterà a Cassa depositi e prestiti di trasformare il complesso immobiliare nel nuovo stabilimento della griffe del gruppo kering.
L’obiettivo è creare un nuovo centro di eccellenza che si occupi della ricerca, dello sviluppo e della produzione di accessori nel settore dei beni di lusso e moda, nonché della formazione di nuovi professionisti; sono infatti stimate circa 300 nuove assunzioni.
Il progetto di riqualificazione si configura come un intervento di recupero dei fabbricati esistenti finalizzato all’insediamento delle nuove destinazioni d’uso, attraverso la valorizzazione e il riutilizzo degli elementi architettonici esistenti, nonché la completa riqualificazione dell’area esterna al complesso. In più saranno realizzati parcheggi pubblici e privati, sistemato il verde tutto intorno e adeguato il tratto di strada pubblica da cui si accede al lotto (via del Parlamento Europeo), per un importo complessivo stimato di 1,8 milioni di euro circa.
La struttura è imponente, vuota dalla fine degli anni ‘90 perché mai realizzata. Un mastodonte in cemento armato, costato senza essere stato ultimato qualcosa come 120 miliardi di vecchie lire. Un bunker a tre piani, interamente in cemento, costruito tra il 1991 e il 1994: 28.700 metri quadrati di superficie edificata su un lotto di 58mila. Una cattedrale nel deserto, che è costata una montagna di soldi pubblici, ma che finalmente ha trovato una via per il recupero, sperando che non vada troppo per le lunghe.
Fabrizio Morviducci