FIRENZEUna maxioperazione di contenimento, o meglio cattura, di caprioli è stata fatta ieri nelle campagne di Soffiano. Un intervento che si è concentrato nei terreni dell’azienda agricola Bencini, uno degli ultimi fazzoletti scampati alla cementificazione nel Quartiere 4, tra il cimitero, il Don Gnocchi e l’antica chiesa collinare di Santa Maria a Soffiano. L’impresa agricola da anni è vessata dagli ungulati, con danni per circa il 30% della produzione riferisce il titolare, e aveva fatto richiesta di abbattimento al Comune, accordato dalla Regione che dà mandato poi alla Polizia provinciale. Ungulati che negli anni hanno causato anche alcuni incidenti (il più noto fu quello nel 2017 in cui un branco di cinghiali mandò all’ospedale l’attuale assessora Caterina Biti, ai tempi presidente del Consiglio comunale). Tuttavia la Provinciale ha optato per non procedere all’abbattimento, ma per salvaguardare i caprioli, di effettuare la cattura per poi liberarli in un luogo più adatto. Un’operazione che richiede una grande professionalità e ha coinvolto tutto il Reparto venatorio della Provinciale – una dozzina tra agenti e sottufficiali coordinati dal comandante – oltre alla polizia municipale a perimetrare la circolazione stradale.
"Abbatterli è più facile, mentre catturarli richiede certo più esperienza e risorse – premette il comandante della Provinciale Roberto Galeotti – È stato un intervento molto complesso: abbiamo installato 3-400 metri di reti e ne abbiamo catturati tre su quattro. Ora verranno portati nel parco di Villa Demidoff, ambiente sicuro anche per loro". La Regione aveva autorizzato l’abbattimento e non la cattura, ma afferma il comandante, "mi sono espresso negativamente perché i caprioli non sono pericolosi per l’uomo come i cinghiali: l’unico problema per la sicurezza è la vicinanza con la strada collinare, ma si tratta di un numero molto contenuto rispetto ad altre zone (per esempio intorno Fiesole)". Per quanto riguarda i danni all’agricoltore, "la norma prevede che debbano essere messe in atto le misure possibili per evitare l’abbattimento e allontanare l’animale, come i cannoncini e le recinzioni". Recintare, però non significa chiudere la bella sentieristica, orgoglio del Bencini che lascia vivere le proprie campagne ai cittadini. Nonostante la misura presa anche nell’interesse delle bestiole, tuttavia ieri, c’era un presidio di animalisti che non voleva si procedesse neanche alla cattura.
Carlo Casini