Gurrieri
In questo terzo decennio del XXI secolo ci troviamo nell’assurda situazione di dover fare i conti con ciò che residua delle “soppressioni” del 1778, 1808, 1865, rispettivamente granducale, napoleonica e unitaria, che tolsero larga parte degli spazi monumentali a tanti ordini religiosi per destinarli a funzioni pubbliche o militari. Piero Roselli e Osanna Fantozzi, alcuni anni or sono ne fecero un analitico resoconto, lavorando sui fondi del nostro Archivio di Stato: pubblicarono un volume ormai raro, dal titolo ‘Le soppressioni dei conventi a Firenze / Riuso e trasformazioni dal sec. XVIII in poi’ (LEF, 1980).
Oggi, spostate le funzioni pubbliche dal centro (persino parte dell’Università) e dismesse le utilizzazioni militari (anche per la cessazione del servizio di leva obbligatorio), si torna confusamente a fare i conti con molte di queste realtà ormai dismesse da tempo: furono ben 95 i compendi investiti dalle soppressioni, fra cui, all’attenzione dei nostri giorni spiccano Sant’Orsola, Santa Maria Novella, San Firenze (in parte risolto), San Giovanni di Dio (sottoutilizzato), San Giorgio alla Costa (già Scuola Ufficiali Medici, con imbarazzante destinazione alberghiera), Monte Oliveto e molti altri.
Ma oggi spicca la parte conventuale di Santo Spirito degli Agostiniani, ex Distretto militare. Qui l’architettura gode di grandi firme, da Giuliano da Sangallo al Cronaca, da Brunelleschi a Baccio d’Agnolo ad Alfonso e Giulio Parigi: dunque un pantheon che chiede rigore, attenzione e tutela ai massimi livelli. Santo Spirito fu soppresso per gran parte nel 1808 da Napoleone. Nel dicembre del 1807, col Trattato di Fontainebleau, la Toscana era stata annessa alla Francia. Con decreto del 13 settembre 1810 si cancellano ordini monastici e congregazioni. Con Napoleone non si scherzava.