"La città universale" I sindaci costruiscono il futuro dell’Italia

Nardella con la direttrice Pini ha presentato alla Leopolda il suo libro dedicato a Firenze, "la mia madre adottiva".

"La città universale"  I sindaci costruiscono  il futuro dell’Italia

"La città universale" I sindaci costruiscono il futuro dell’Italia

Un inno d’amore a Firenze. Alla città universale che lo ha accolto a quattordici anni quando si trasferì da Napoli in Toscana e che ha dato il titolo al suo libro "La città universale. Dai sindaci un futuro per l’Italia e l’Europa". Il sindaco Dario Nardella si racconta, ripercorrendo le tappe che lo hanno portato a diventare il sindaco della città simbolo del Rinascimento.

Intervistato ieri dalla direttrice de La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e QN Agnese Pini, negli spazi della Leopolda in occasione di Testo, fiera dedicata all’editoria di Firenze, Nardella ritorna con la mente ai suoi primi anni a Firenze quando iniziò a frequentare il liceo scientifico per poi passare al Conservatorio e al violino. "Un concentrato di tutta la mia esperienza – dice – che ha fatto di questo libro il mio ringraziamento a una città che mi ha accolto come una madre adottiva".

A Firenze ma alle città in generale è dedicata un’ampia parte del libro. "Tre anni fa iniziava l’incubo del covid e del lockdown – ricorda la direttrice Pini –, dovevamo uscirne migliori eppure la sensazione è che lo abbiamo rimosso". Forte è il ricordo di una Firenze fantasma, svuotata dall’effetto pandemia. "Abbiamo però imparato – dice Nardella – che le città non muoiono, ma si riprendono. Dispiace però che abbiamo perso quel senso di solidarietà e consapevolezza di un destino comune che il covid ci aveva trasmesso per lasciare posto all’egoismo e all’insensibilità". Doveroso il riferimento al pestaggio davanti al liceo Michelangiolo di cui alcune classi erano presenti in sala. Quegli stessi studenti a cui poi Nardella si è rivolto per rispondere a una delle ultime domande della Pini su quale musica può ispirare Firenze. "So che preferite Shiva o Sfera Ebbasta – dice Nardella -, io sono più classico e penso a Bach che è universale e parla a tutti".

Ludovica Criscitiello