
Figlia di un avvocato, dalla parodia dei giapponesi in gelateria è arrivata fino alla tv "Perché la vita è scegliere fra cono o coppetta. La prima imitazione? La badante del nonno".
"La comicità è parte integrante del mio modo di essere, è personalità più che professione". Parola dell’artista fiorentina Ginevra Fenyes, 29 anni a giugno. L’attrice comica è esplosa sui social grazie a sketch originali, giocando con la sua voce squillante, per poi passare al teatro, alla tv, alla scrittura (ha pubblicato ‘Manuale di sopravvivenza alla famiglia e ad altri pericoli mortali’) e recentemente anche alla musica (è fresca di un singolo, ‘Alba’). Ma in città è conosciuta anche perché figlia di un noto avvocato penalista, Sigfrido Fenyes.
Ginevra, mai pensato di seguire le orme paterne?
"Mai, è un lavoro affascinante ma non fa per me vista la mia indole creativa. In realtà, in famiglia abbiamo tutti una vena artistica: mio babbo Sigfrido è un pianista, si è diplomato al conservatorio Cherubini di Firenze, mamma Lorenza invece è attrice di teatro e mia sorella Costanza è una ballerina di danza classica e moderna".
In famiglia cosa pensano della sua carriera nel mondo dello spettacolo?
"Sono tutti contenti e mi hanno sempre sostenuto. La prima volta che sono apparsa in tv, quello più ricercato è stato mio babbo: in tribunale dopo un’udienza i colleghi e il magistrato sono andati da lui per sapere se ero sua figlia".
Lei è fiorentina ma ha un cognome ‘esotico’: ci spiega?
"Il cognome è ungherese, le radici vengono da lì. Penso che la esse finale vada letta come l’inizio della parola scivolo. Ma nemmeno io lo pronuncio così".
Ora vive a Milano per lavoro: cosa le manca di Firenze?
"Tutto. Anche perché il trasferimento è recente e ultimamente sono venuta poco a casa. Ho sempre vissuto la città a pieno, amo stare in mezzo alla gente. Con gli amici Sant’Ambrogio era la tappa di ogni sera, per l’aperitivo o per una passeggiata dopo cena. Santo Spirito, invece, l’ho sempre frequentato poco, mentre ho un debole per piazza della Vittoria, la zona dove sono cresciuta".
Nella sua bio su Instagram si legge: ’Faccio cose, mangio mais’. Cosa significa?
"Sono fissata con il mais, lo mangio proprio dalla scatoletta. E c’è stato un periodo in cui era una vera e propria ossessione".
La sua vena comica come è nata?
"Credo sia nata con me. Mi hanno raccontato che la prima parola che ho detto non è stata mamma bensì ‘ma dai’ con la cadenza romana sentita da un’amica di famiglia. Ho iniziato presto a fare le imitazioni, credo che sia stata un’esigenza per far star bene e divertire le persone a me care".
La prima imitazione?
"La badante del nonno. Poi sono passata alle maestre e alle amiche di scuola. E nel frattempo ho iniziato a emulare le imitazioni di Paola Cortellesi".
La sua somiglianza fisica con la premier Giorgia Meloni è utile per le imitazioni?
"Sì (ride, ndr). Ma è anche inquietante: tutti i giorni almeno una persona mi dice che assomiglio alla ‘Giorgiona nazionale’ e che dire? No comment".
Che bambina è stata?
"Uguale a Massimo Boldi! (ride, ndr). Una bimba sorridente e una grande osservatrice. Quando mi portavano in giro in passeggino, a differenza di tanti bambini, non dormivo mai, ero sempre attenta a ciò che mi circondava, ero affascinata dalle persone. Mi è sempre piaciuto stare insieme ai grandi. Ero un piccolo folletto gioioso con una vena malinconica".
Dalle imitazioni è passata a creare i suoi personaggi: quando?
"Negli anni del liceo. Ho frequentato il Dante e il primo personaggio è stata Marisa, un’anziana del sud che va dal macellaio, dal dottore, dal salumiere e ovunque attacca briga con il suo calabrese arrangiato. Per la verità la voce è nata prima del personaggio perché i vari alter ego li ho sviluppati quando ho iniziato a postare gli sketch sui social".
Esilarante la parodia dei giapponesi in gelateria, che poi l’ha fatta conoscere al grande pubblico…
"Sì. È un fatto vero. Dopo il liceo classico mi sono presa un anno sabbatico prima di frequentare il corso di comunicazione all’università di Firenze. Così ho fatto qualche lavoretto: barista, agente immobiliare, cameriera. Per qualche tempo ho lavorato alla Gelateria de’ Medici dove quotidianamente arrivavano gruppi di giapponesi che non riconoscevano la differenza tra cono e coppetta. Entravano e chiedevano un gelato ‘conocoppetta’, tutto attaccato. Così è nato il video e questa gag è anche il titolo dello spettacolo che sto portando in giro nei teatri italiani, uno spettacolo che racconta in chiave comica la quotidianità di una ragazza che cerca di barcamenarsi tra le difficoltà e i nervosismi della vita che tutti noi ogni giorno viviamo".
Il video è diventato virale e in poco ha raggiunto un milione di visualizzazioni…
"Ed è arrivata la chiamata di Paolo Ruffini con cui ho iniziato un percorso professionale. Il video dedicato alle disavventure in un ristorante, il secondo che ho postato su Instagram, è stato il trampolino di lancio. Da lì in poi la mia vita è cambiata. Il telefono ha iniziato a squillare di continuo, la gente ha iniziato a fermarmi per strada".
Che ha provato?
"Una sensazione bella e al tempo stesso strana. Sono rimasta con i piedi per terra e piano piano mi sono immersa in questa nuova vita che poi è quello che ho sempre voluto fare. Da piccola ho sempre visto le imitazioni con un passatempo, un divertimento poi però questo mestiere mi ha bussato alla porta e io mi ci sono buttata a capofitto".
Così si è ritrovata a ‘LOL - Talent Show’…
"Sì, è stato il mio primo contratto televisivo ed ero emozionatissima. Non mi sembrava vero di stare insieme a comici che fino al giorno prima ammiravo in tv quasi fossero dei personaggi mitologici. E poi è arrivato ‘Red Carpet - Vip al tappeto’, il game show di Prime Video con la narrazione affidata ad Alessia Marcuzzi ed alla Gialappa’s Band".
Una folle guardia del corpo insieme ad altri comici…
"Sì, ma a un certo punto della vita ti ritrovi in una stanza buia e piena di serpenti finti con Cristiano Malgioglio, allora pensi: ‘Beh, forse qualcosa di giusto l’ho fatto’".