STEFANO BROGIONI
Cronaca

La consulenza su Scopeti: "Nadine e Jean Michel ammazzati due notti prima. Vanni adesso va assolto"

Depositata a Genova l’istanza di revisione della condanna del postino di San Casciano. Gli entomologi: "Delitto da retrodatare al venerdì". Nella domanda anche “nuovi“ verbali.

Depositata a Genova l’istanza di revisione della condanna del postino di San Casciano. Gli entomologi: "Delitto da retrodatare al venerdì". Nella domanda anche “nuovi“ verbali.

Depositata a Genova l’istanza di revisione della condanna del postino di San Casciano. Gli entomologi: "Delitto da retrodatare al venerdì". Nella domanda anche “nuovi“ verbali.

di Stefano BrogioniFIRENZETrecentocinquanta pagine per annullare un ergastolo e riscrivere la storia più intricata d’Italia, quella dei delitti del mostro di Firenze. Nuove prove per ribaltare un verdetto, definitivo sì ma indubbiamente incompleto. E per molti anche sbagliato.

La corte d’appello di Genova - competente sulla giurisdizione toscana - ha ricevuto l’istanza di revisione della sentenza dei "compagni di merende", quella che ha stabilito che ad uccidere quattro delle otto giovani coppie appartate in auto nelle campagne intorno al capoluogo toscano fosse la combriccola composta dal contadino di Mercatale Val di Pesa, Pietro Pacciani (ma morto nel 1998 prima di un giudizio definitivo in un procedimento diverso), dal postino di San Casciano Mario Vanni e da Giancarlo Lotti.

Lotti, che si era chiamato in correità con gli altri, venne condannato a 26 anni. Vanni, indicato dal “pentito“ come colui che “tagliava“ le donne, si prese l’ergastolo. Morirà all’età di 81 anni, non lasciando figli ma un nipote, Paolo, che oggi, raggiunta l’età in cui lo zio venne prima arrestato, poi processato e condannato, ha dato mandato allo stesso legale dell’epoca, Antonio Mazzeo, con l’avvocato Valter Biscotti, di scrivere una verità diversa.

Cioè di dimostrare l’innocenza di Torsolo, il portalettere avvinazzato che avrebbe contribuito a seminare il terrore di quella scia di sangue lunga dal 1968 al 1985. "Mio zio l’era un docile, non avrebbe fatto male a nessuno", dice impacciato davanti alle telecamere nel giorno in cui gli avvocati hanno presentato il contenuto dell’istanza. "E’ una strada difficile - ammettono Biscotti e Mazzeo - ma noi usiamo gli strumenti del diritto. E’ una sentenza ingiusta che deve essere rivista, non dà giustizia alle vittime e in questo caso è vittima anche chi è stato condannato".

Uccisi il venerdì. La medicina legale dell’epoca, e la “super testimonianza“ di Lotti collocano l’ultimo delitto del mostro nella serata di domenica 8 settembre 1985. Ma la consulenza di entomologia forense, firmata dal professor Stefano Vanin e dalla dottoressa Fabiola Giusti, l’elemento più forte dell’atto depositato alle 14.05 di sabato scorso presso la cancelleria della corte d’appello ligure, certifica una conclusione che farebbe cadere tutte le precedenti certezze. Lo studio delle larve di lucilia presenti sulle fotografie dei cadaveri delle due vittime del delitto di Scopeti, che avevano raggiunto "il terzo stadio" di sviluppo, secondo il pool di esperti impone la retrodatazione della morte dei francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili alla notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre "con inizio della colonizzazione da parte dei ditteri la mattina di sabato 7 settembre 1985", precisa Giusti. A questa "certezza scientifica", come la definiscono gli avvocati Mazzeo e Biscotti qualificandola come "nuova prova", requisito necessario all’ammissione della revisione, il pool è giunto anche tramite l’esperimento effettuato sulla piazzola lo scorso settembre, utile a ricostruire le temperature dentro e fuori dalla tenda teatro dell’ultimo efferato crimine del mostro. "Non discutiamo di valutazioni, ma di prove scientifiche", rincarano Biscotti e Mazzeo. E questa sarebbe anche una condizione diversa rispetto al precedente tentativo (fallito) di revisione, fatto dall’avvocato Nino Filastò sempre per conto di Vanni, una ventina di anni fa, quando l’entomologia non aveva raggiunto la credibilità attuale in ambito giudiziario.

Il verbale ritrovato. Ma nell’istanza ci sono anche due verbali che metterebbero ulteriormente in crisi i racconti di Lotti. A Vicchio, due testimoni parlarono di aver sentito gli spari alla Boschetta intorno alle 21.45, mentre Katanga riferì agli inquirenti di essere partito alle 22 da San Casciano per andare ad ammazzare Pia Rontini e Claudio Stefanacci.