FIRENZE
Cronaca

La coppia d’oro dei concerti: "Noi, Patti Smith e un sogno. Quella notte al Franchi il rock si innamorò di Firenze"

Claudio Bertini e Massimo Gramigni con la loro Prg compiono 45 anni di sodalizio professionale "Da Peter Gabriel in ’fuga’ sulla FiPiLi a Madonna che affitta il Mandela. Ma col nuovo stadio addio ai big".

La coppia d’oro dei concerti: "Noi, Patti Smith e un sogno. Quella notte al Franchi il rock si innamorò di Firenze"

Claudio Bertini e Massimo Gramigni con la loro Prg compiono 45 anni di sodalizio professionale "Da Peter Gabriel in ’fuga’ sulla FiPiLi a Madonna che affitta il Mandela. Ma col nuovo stadio addio ai big".

di Bendetto

Ferrara

Quasi mezzo secolo di concerti. Più di diecimila eventi. Iniziando dalla provincia, a un passo dalla strada.

Claudio: "Io mi sbattevo per un’ associazione culturale di Grosseto. Il mio sogno era portare Guccini a suonare nel mio circolo. Per parlarci chiamai il ristorante Vito, a Pavana. Mi dissero che il numero lo trovavo sull’elenco. Lo chiamai, lui accettò per cinquantamila lire più le spese".

Massimo: "Io venivo dalla politica. Ero e in fondo ancora lo sono nel cuore, un berlingueriano convinto. Per Radiocentofiori mi occupavo dei concerti, e quello di Patti Smith era l’evento più folle della storia. Lei stessa pensava di cantare in piazza, davanti a mille persone e si chiedeva perché la portassimo allo stadio. ’fatemi vedere la città, che mi importa dello stadio?’. Non immaginava 70mila persone arrivate lì per vedere lei e il suo gruppo. Incredibile".

E da lì è diventata una specie di Woodstock: Woodstock in Europe, appunto. E Lou Reed e Peter Gabriel alle Cascine…”.

Massimo: "L’amministrazione iniziava a fidarsi di noi. E rispondeva".

Claudio: "Sì, è vero. Ma di sicuro non è stato facile farsi accettare subito, eravamo due capelloni di vent’anni. Però capirono presto che facevamo sul serio".

Gestire le bizze delle rockstar non deve essere stato semplice, per dei ragazzini.

Massimo: "Quante ne avrei da raccontare. Fortunatamente noi trattavamo con i manager, quelli che hanno davvero a che fare con le bizze. Però ricordo che Lou Reed voleva un elicottero per tornare in albergo. Gli spiegammo che non era possibile, e allora volle a tutti i costi quattro taxi uguali (per sviare i fotografi ndr)".

Avete attraversato mezzo secolo di storia fiorentina, che ne pensate di questi anni. ha le luci accese oppure dobbiamo arrenderci davanti al mito degli anni ’80?

Claudio: " è una città assolutamente viva. E’ chiaro che nel tempo sono cambiate tante cose, ma se guardate i quotidiani o i siti dove trovatele proposte musicali o teatrali vi accorgerete che , tra le città di media grandezza, è la più attiva".

C’è una intuizione di cui siete particolarmente fieri?

Massimo: "Paradossalmente quella di avere l’unico sponsor che non paga. La Mandela Foundation è stata una scelta che considero vincente. La musica è un business, ma anche un messaggio. E avere il nome di Madiba per il nostro Palasport è qualcosa di speciale".

Voi siete soci alla pari nella Prg e avete altri 20 soci nelle vostre altre società, che sono dieci, con una cinquantina di dipendenti in totale: dal teatro Verdi al Puccini, dal teatro di Fiesole al teatro Garibaldi di Prato, dal teatro Cartiere Carrara al Modigliani forum di Livorno. Con la concorrenza come ve la giocate?

Claudio: "Nello sport vince uno solo. Nel libero mercato possono vincere tutti…".

Massimo: "Con spirito di collaborazione e stima reciproca. Alessandro Bellucci, per esempio, è un amico che stimo molto. Lui ha scommesso sul Visarno, ha insistito, si è battuto. Ed è una scelta vincente, perché i concerti negli stadi diventeranno qualcosa del passato. Il futuro a è lì".

Stadi addio? Restyling a parte…

"Se guardate i rendering dei nuovi impianti , Bologna ed Empoli possiamo dire che non sono certo adatti ad altri eventi che non siano partite di calcio".

Quindi non resta che il Visarno.

Massimo: "Che per concerti rock è perfetto ma se devi fare qualcosa per chi è un ex giovane riempirlo di sedie credo sia un’impresa quanto meno improbabile".

Proviamo a migliorare la città dello spettacolo. Un’idea?

Claudio: "Tenere le luci accese ad agosto. Perché si abbassano sempre, come se agosto fosse quello di un tempo. Poche cose in giro, un po’ di malinconia. Certo servono idee giuste. Vanno cercate e trovate".

E in questi 45 anni qual è stato il periodo meno felice , dal punti di vista della proposta culturale?

Claudio: "Quando chiuse il teatro Verdi, dall’83 all’88. In quel periodo chiuse anche l’Apollo e anche la Pergola era in difficoltà".

Massimo: "Quando, finito il concerto di Patti Smith, detti retta a chi mi disse di aspettare la mattina a ripulire il campo dello stadio e io accettai. Un giornalista e un fotografo fecero il resto. Quel giorno ho imparato a controllare ogni dettaglio prima, durante e dopo. Avevo vent’anni: certi errori servono e insegnano, prima li fai e meglio è".

La paura più grande?

Claudio: "Quando nel 2004 crollò il controsoffitto del teatro tenda".

Massimo: "Eravamo parte lesa. Ma che spavento. Fosse crollato il giorno prima sarebbe stato un dramma, c’era una festa brasiliana".

L’artista a cui vi siete più legati?

Massimo: "Ne direi tre: Morandi, De Gregori e Dalla. Francesco quando viene a mi abbraccia sempre e mi dice: ‘Ora mi sento in famiglia’. Lucio una volta a pranzo disse a un amico, indicando me e Claudio: ti presento due amici di infanzia".

Luci accese, ok. Eppure le Flog resta un buco nero.

Claudio: "Noi, Alessandro Bellucci, Gianni Pini ed Enrico Romero siamo pronti a fare la nostra parte tutti insieme. Se le istituzioni competenti sono d’accordo , soprattutto se c’è volontà da parte della proprietà".

Altre storie di vita vissuta?

"Madonna che affitta il Mandela per montare una mega palestra per lei e i suoi ballerini. Peter Gabriel che di notte deve tornare a Pisa per prendere un volo per Londra all’alba e fa la Fi Pi Li a bordo di un pick up scassato rimediato da un tecnico. Oppure Willy De Ville che ha perso da poco la moglie e vuole che la tavola sia apparecchiata per due come se fosse ancora viva. I Radiohead che si arrabbiano perché volevano suonare con il palco che dal piazzale guarda e non come in realtà era stato giustamente montato. Due concerti non organizzati da noi, ma da Le Nozze di Figaro".

Definite il vostro socio in poche parole.

Massimo: "Un uomo pacato che sa come frenarmi quando è il caso".

Claudio: "Un uomo che se si presenta in un posto dove non conosce nessuno e dopo mezz’ora ha fatto amicizia con tutti e ha già cinquanta numeri di telefono segnati in agenda".

Litigi?

"Robetta passeggera".

Il segreto?

Massimo e Claudio: "La totale fiducia reciproca".

Più o meno come in un matrimonio felice.

Massimo e Claudio: "Più o meno".