di Rossella Conte
Ogni giorno 600 persone mangiano alle mense gratuite gestite dalla Fondazione solidarietà Caritas di Firenze. Come ieri, data in cui si è celebrata in tutto il mondo la Giornata internazionale della Carità, nel giorno dell’anniversario della scomparsa nel 1997 di Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace nel 1979 per il lavoro svolto nella lotta per sconfiggere la povertà e la sofferenza. Secondo un’indagine della Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze sono circa 300-320 persone si rivolgono ogni giorno alla mensa cittadina di via Baracca per un pasto, 220 vanno a mangiare nelle 8 mense di quartiere, 120 utilizzano il servizio docce. Nelle strutture di accoglienza attualmente sono ospitate 726 persone, provenienti da 49 paesi diversi (il 21,9% sono cittadini ucraini, il 10,33% italiani), di cui circa un quarto minorenni. L’ospite più anziano ha 85 anni, il più giovane appena un mese.
Difficile ricordare, in anni recenti, un periodo così difficile per tanti in città. Ai bisognosi ’tradizionali’ sì è infatti aggiunto l’esercito, le cui file si vanno rinforzando ogni giorno, di chi vive al limite della soglia di povertà. E non sono più solo i disoccupati. Anche chi ha uno stipendio medio e con quello deve pagare mutuo e mantenere i figli non se la passa bene. Tra le bollette alle stelle, i rincari della benzina, il costo della vita che continua a salire e i mutui stessi (i variabili) impazziti sempre più fiorentini sono con l’acqua alla gola.
"Il miglior modo per celebrare la Giornata internazionale della carità è fare quello che facciamo 365 giorni all’anno: aiutare i più fragili, stare vicino a chi soffre con parole di conforto ma soprattutto con azioni concrete" commenta Vincenzo Lucchetti presidente della Fondazione che, come ogni estate, ha ospitato anche quest’anno circa 40-60 persone a settimana nel campeggio San Frediano a Vada, struttura nata nel 1954 dall’idea di Don Danilo Cubattoli ("don Cuba" come lo chiamavano i "suoi" ragazzi): persone che non possono permettersi una vacanza e bambini che il mare non lo hanno mai visto perché ha vissuto sempre in guerra. "La storia fiorentina, toscana e italiana è segnata dalla carità: abbiamo bisogno dei volontari per ricentrarci sull’essenziale" aggiunge monsignor Domenico Viola, vicario episcopale per la carità. "Vedo – le parole di Don Viola - un moltiplicarsi di centri di ascolto, delle mense quotidiane, e delle strutture di accoglienza. Madre Teresa la prima volta che venne a Firenze venne nella basilica di San Lorenzo, allora c’era il mio predecessore don Setti: c’erano 15 persone ad ascoltarla, era un’emerita sconosciuta. Ma poi ha fatto la storia, perché la carità fa storia, fa cultura".
Una situazione sempre più drammatica emerge anche da un’indagine del Banco Alimentare Toscana che ha raccolto generi alimentari per 5.062 tonnellate nel 2019, per 5.557 tonnellate nel 2020 mentre nel 2021 ha raggiunto le 7.900 mila tonnellate. Nel 2022 si parla di 8mila tonnellate e nel 2023 di 9mila per un totale di 549 strutture come mense per i poveri, residenze per ragazze madri, ex tossicodipendenti, ex carcerati, empori sociali e Caritas parrocchiali, che consegnano pacchi a persone indigenti.
"I numeri crescono del 20% ogni anno – sottolinea Natale Bazzanti, vicepresidente Banco Alimentare Toscana. "Sono aumentate le richieste di generi alimentari da parte delle associazioni e degli enti no profit - aggiunge – e, rispetto al passato, abbiamo a che fare con molte più famiglie italiane". Per capire la portata del fenomeno basta leggere i numeri: nel 2020 sono stati 116mila gli assistiti del Banco Alimentare che sono diventati 118mila nel 2021, 124mila nel 2022 e, secondo le previsioni, 130mila nel 2023.