
di Stefano Brogioni
Firenze
Matteo Renzi si sente perseguitato e ha denunciato il suo stalker: è l’ex usciere del Comune di Firenze Alessandro Maiorano. L’altra mattina, la digos, ha bussato alla porta di casa sua, a Prato, mostrando un decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli: atti persecutori "quasi quotidiani", via internet, nei confronti dell’ex premier, bersaglio di Maiorano sin dai tempi in cui era presidente della Provincia di Firenze.
Contro di lui, Renzi ha presentato una serie di esposti. L’ultimo pochi giorni fa, contro Maiorano ma non solo. Dentro alle carte ci sono video, post, commenti a post. E fake news, tipo quella montata in piena emergenza coronavirus sugli amici del figlio che giocano a pallavolo nel giardino della villa fiorentina di via Tacca dopo essere stati accompagnati dalla scorta.
Maiorano, 59 anni, è un personaggio che, muovendosi sul filo della libertà di espressione e di denuncia delle malefatte della politica, talvolta perde l’equilibrio. Non a caso, il conto aperto con Renzi si è tramutato in almeno un processo che lo vede imputato di diffamazione. In passato, anche il suo licenziamento da dipendente di Palazzo Vecchio è stato oggetto di un procedimento giudiziario, che ha alimentato veleni e risentimenti.
Ma con la perquisizione della digos di giovedì mattina, la querelle a distanza ha fatto ora un salto.
Oltre a computer, telefoni, profili social, la digos gli ha sequestrato anche materiale, carte e chiavette. E’ forse l’archivio che Maiorano usa come detonatore di possibili "bombe" in ogni sua apparizione via web?
Post dopo post, l’ex usciere (che si prende i meriti di ogni inchiesta che ha lambito o lambisce il Giglio Magico e che non ha mai risparmiato nelle invettive neanche i magistrati che, a suo dire, non prendono in considerazione le sue denunce), annuncia quasi quotidianiamente a un piuttosto cospicuo numero di seguaci, clamorose rivelazioni, documenti scottanti, verità che nessuno ha il coraggio di svelare.
A brevissimo, promette anche, con la benedizione del suo avvocato Carlo Taormina (il legale, per un po’, della Franzoni) l’uscita di un libro. Pagine con un unico tema: Renzi, ovviamente. Una persecuzione? Per il leader di Italia Viva, sì.
Ma il bersaglio dell’operazione dell’altra mattina, non è stato soltanto Maiorano. La polizia si è presentata anche dal vicino di Renzi, colui che – viene ipotizzato – avrebbe filmato Matteo, la moglie e i tre figli in giardino e fatto partire la condivisione del video con tanto di commento "fake". Episodio, quest’ultimo, che non riguarda Maiorano: anzi, il "grande accusatore" di Renzi, tra i tanti post, ha puntualizzato che con quel filmato non c’entrava nulla. Forse però non gli era dispiaciuto.