REDAZIONE FIRENZE

La diocesi è su WhatsApp

La Chiesa fiorentina utilizza Whatsapp per diffondere avvisi, informazioni e inviti alla preghiera ai fedeli, seguendo le indicazioni del Papa e del Concilio Vaticano II per prepararsi al Giubileo del 2025.

La via dell’azione pastorale passa anche dagli smartphone e dai social media. Le nuove tecnologie non sono di per sé ispirate dal demonio, semmai è l’uso che se ne fa ad essere pericoloso. Se Papa Francesco è da anni su Twitter, che ora si chiama X, perché non utilizzare i nuovi media anche su base locale? La Chiesa fiorentina ha da qualche settimana un sistema in più per raggiungere e parlare ai suoi fedeli. È il canale Whatsapp aperto dagli Uffici pastorali della diocesi per veicolare avvisi e informazioni, per far conoscere le iniziative diocesane. Ma anche per far arrivare inviti alla preghiera o suggerimenti per la meditazione. Come sta avvenendo in questi giorni di Quaresima: ogni giorno, fino a Pasqua, sui telefonini di chi si iscriverà al canale giungeranno dei brevissimi pensieri, secondo lo stile tipico di questo strumento, uno dei social media più diffuso e utilizzato: un’immagine evocativa, una frase presa dai documenti del Concilio Vaticano II, una breve preghiera.

Una vera e propria “scuola di preghiera“ che ha le sue radici nel Concilio Vaticano II: questa infatti è stata la scelta compiuta dagli Uffici pastorali diocesani per rispondere alla richiesta del Santo Padre che ha indicato questi due temi, la riflessione sul Concilio e la riscoperta della bellezza della preghiera, per prepararsi al Giubileo del 2025. Iscriversi al canale Whattsapp è facile: lo si può fare inquadrando dal telefonino il QR code che si trova su L’Osservatore Toscano, e poi seguendo le indicazioni. C’è anche un "invito" che sta girando, come un "passaparola" da un telefono all’altro. E non bisogna temere di essere subissati di commenti e appesantire la memoria dei propri smartphone: il canale infatti non è un "gruppo", non consente di postare nulla, interloquire con gli altri iscritti o lanciarsi in risposte, ma di seguire quanto viene di volta in volta pubblicato. Non che vengano aboliti i consueti avvisi, talvolta piuttosto articolati, che concludono di solito le messe parrocchiali o di comunità, ma estendono il campo, facendo diventare tutti più smart. Per l’appunto.