REDAZIONE FIRENZE

La disco e la serata gratuita. Poi il dolore del padre di Mou: "Inaccettabile perderlo così"

Attorno all’uomo, volontario della Misericordia, si sono stretti i confratelli. E il gestore del locale precisa: "Il giovane cliente abituale, mai dato problemi".

Attorno all’uomo, volontario della Misericordia, si sono stretti i confratelli. E il gestore del locale precisa: "Il giovane cliente abituale, mai dato problemi".

Attorno all’uomo, volontario della Misericordia, si sono stretti i confratelli. E il gestore del locale precisa: "Il giovane cliente abituale, mai dato problemi".

Una serata trascorsa in discoteca, come tante altre. Maati Moubakir non era la prima volta che si recava al Glass Globe. "Con i suoi capelli ricci impossibile non notarlo" fa sapere Andrea Ceri, titolare dello storico locale di via Verdi, impegnato da tempo per garantire la sicurezza all’interno della discoteca e negli spazi antistanti con l’utilizzo di bodyguard, metal detector e controlli accurati dei documenti di tutti gli avventori.

"In discoteca non ha mai dato problemi" aggiunge sottolineando che "all’ingresso vengono dati dei braccialetti diversi in base all’età per poi chiedere i drink. Ai minorenni non serviano alcolici".

Sabato sera erano presenti tanti giovanissimi visto che era una serata particolare, chiamata ’Lime Firenze’ con ingresso gratuito e rivolta in particolare ai ragazzi tra i 16 e i 19 anni. E durante la serata tantissimi sono rimasti fuori dal locale, chi abita in zona parla di 400 ragazzi per strada che sono stati anche fotografati e ripresi dagli stessi residenti. "Abbiamo dei limiti di capienza da rispettare" aggiunge ancora Ceri che, sconvolto per quanto accaduto, precisa che "la discoteca ha chiuso alle tre e mezzo e il fatto è accaduto due ore dopo, a oltre 500 metri dal locale".

Ieri è stato soprattutto il momento del dolore, anche per il padre di Mou, Farid Moubakir, volontario della Misericordia di Certaldo. "Non ho parole in questo momento, sono distrutto. Non c’è altro da dire, forse più avanti riuscirò a farlo. Ringrazio chi mi è vicino in questo momento". A lui ieri è arrivata la chiamata di un confratello per le condoglianze dopo la terribile notizia della morte del figlio. "L’ho chiamato per fargli le condoglianze – racconta il confratello che insieme a Farid svolge volontariato a servizio della comunità di Certaldo – la telefonata è stata brevissima: singhiozzava, piangeva a dirotto come un bambino, non riusciva a parlare".

"Mi ha solo detto che era disperato, perdere un figlio così all’improvviso è inaccettabile. Gli ho detto – conclude l’uomo – che lo avrei richiamato domani (oggi, ndr) perché davvero in questi momenti le parole non servono. E io non mi sento di aggiungere altro, se non che ci stringiamo attorno alla famiglia in un momento di dolore così profondo".

Barbara BertiAlessandro Pistolesi