"Quando riapre la ferrovia Faentina da Borgo San Lorenzo a San Piero? E quando torneranno a correre i treni sui binari tra Borgo San Lorenzo e Marradi?": ormai da giorni è la domanda più frequente tra i pendolari borghigiani, studenti e lavoratori. Borgo San Lorenzo ormai è stazione fantasma: non partono i treni per Firenze via Vaglia, non partono quelli per Marradi e Faenza. E la linea via Pontassieve è bloccata tra Rufina e Contea. La causa? Il cedimento di circa 10 metri di un muro di contenimento di una galleria ferroviaria a Contea. Ma FS ha già reso noto che è prevista la riattivazione della circolazione ferroviaria "entro la prossima settimana". Qualche problema in più, e tempi più lunghi per la tratta fra Borgo e San Piero a Sieve. Risultano danneggiati circa 30 metri di rilevato ferroviario in adiacenza al fiume Sieve. A breve Rfi dovrebbe comunicare una previsione circa la riattivazione della circolazione, anche con altri approfondimenti tecnici. Ma si ipotizza una ripresa dei viaggi ad aprile. Fino ad allora i viaggiatori borghigiani dovranno far capo alla stazione di San Piero a Sieve, raggiungibile anche con bus sostitutivi. Le note più dolenti? Tra Borgo e Marradi: "È la tratta – spiegano da Fs - che presenta la situazione più complessa". E si entra nel dettaglio: "A Ronta ci sono molteplici fenomeni franosi sul versante collinare a monte della linea esternamente alla proprietà ferroviaria, con scivolamenti di materiale sciolto che in diversi punti hanno raggiunto la ferrovia; diverse frane, sempre innescate in aree esterne alla proprietà ferroviaria, hanno interessato la linea anche tra Crespino e Marradi, con danni della sede ferroviaria, in particolare in località Fantino". I tecnici di Rfi sono stati mobilitati rapidamente, ma talvolta hanno difficoltà o sono impossibilitati a raggiungere i punti dove frane o smottamenti hanno danneggiato o ostruito i binari o gli imbocchi delle gallerie. "Le verifiche alla linea proseguono con tutte le difficoltà del caso". Conseguenza, non è possibile determinare con certezza la durata dell’interruzione, finché non si capirà quali risanamenti e consolidamenti andranno fatti. Il timore è che saranno comunque tempi molto lunghi.
Paolo Guidotti