Vichi
Sua madre, per scelta personale, quando era rimasta vedova era andata a vivere a Marina di Massa, nella villa di famiglia. In quella zona, diceva, le persone sono più sincere, più genuine, invece a Firenze… e storceva il naso.
Dopo qualche anno Vincenzo, suo figlio, ancora prima che sua mamma avesse davvero bisogno di un aiuto, aveva deciso di affidarla alle cure di una badante. Spargendo la voce, dopo un po’ di tempo aveva trovato una signora rumena molto gentile, sveglia e sensibile, e con qualche giro di parole era riuscito a fare accettare quella novità da sua madre.
Per qualche anno era andato tutto bene, poi la badante era dovuta tornare in Romania per questioni familiari, proprio quando sua mamma era caduta e si era rotta il femore. E così Vincenzo aveva trovato in fretta e furia un’altra badante rumena, possente e sbrigativa, che a dire il vero aveva un’aria un po’ truce e lo sguardo vagamente nazista. Ma non voleva cadere nella trappola di facili e stupidi pregiudizi, e decise di confidare nel destino. Sembrava che la faccenda andasse abbastanza bene, ma ben presto la truce rumena si era rivelata una vera megera, anche se Vincenzo ancora non lo sapeva.
La verità venne fuori solo quando la truce donnona, scaltra e ladra, fuggì dopo aver svuotato il conto corrente della mamma di Vincenzo, che per comodità aveva dato alla badante il pin del bancomat, con piena fiducia. Erano saltate fuori cattiverie e umiliazioni, che sua madre non aveva avuto il coraggio di svelare, per paura di vendette e ritorsioni. Vincenzo era desolato, e doveva anche trovare subito una soluzione.
A un certo punto spuntò fuori un uomo, anche lui rumeno, un conoscente della megera, che si offrì di fare da badante a sua mamma. Vincenzo rimase un po’ spiazzato, poi però chiese a su mamma cosa ne pensasse. Lei come prima cosa disse… "Sono una donna sola, forse non sta bene, però fammelo conoscere…". E così Pietro il rumeno entrò in casa insieme a Vincenzo per conoscere quella signora di ottantacinque anni che poteva aver bisogno di lui.
La donna lo squadrò a lungo, senza fare nessuna domanda, poi disse… "Va bene, proviamo…". E così cominciò la convivenza. Vincenzo, un po’ preoccupato, chiamava spesso sua madre per sapere se andava tutto bene… "È gentile", diceva sua madre.
Poi un giorno disse addirittura… "L’unica persona che ha avuto queste attenzioni per me è stato mio padre quando ero bambina". Vincenzo ringraziò il cielo, "Mamma, mi fa piacere…". Poi dopo pensò: "Non è che anche questo qua è perfido e mia madre ha paura?" Ma no, doveva essere vero, una frase del genere non poteva essere dettata dalla paura, sua mamma avrebbe potuto semplicemente non dirla, e poi sua madre l’aveva pronunciata con una certa commozione… E così Vincenzo si mise l’anima in pace.
Finalmente sua mamma era di nuovo in buone mani. Dopo una convivenza di due anni, una notte sua mamma se ne andò dall’altra parte con il sorriso sulle labbra. Al funerale, che si tenne a Firenze in una chiesa piena di gente, Vincenzo vide arrivare Pietro il rumeno, con gli occhi arrossati. Lo osservò mentre si avvicinava alla bara e la sfiorava quasi di nascosto. Magari si erano innamorati? Anche se lei aveva più di ottant’anni e Pietro cinquanta? Vincenzo andò a stringere la mano al rumeno, e dopo essere stati al cimitero si salutarono con un mezzo abbraccio. "Grazie…" disse Vincenzo.
Il rumeno annuì e si allontanò a grandi passi. Qualche settimana dopo Vincenzo andò a salutare sua mamma, e trovò la tomba ricoperta di pietre stondate… pietre di mare. Riconobbe il tipo di pietre, erano state sicuramente raccolte sulla spiaggia di Marina di Massa, e su chi le aveva portate non si poteva avere alcun dubbio. Da quel momento, quando pensava a lui, Vincenzo lo chiamava "Pietro il grande", e sapeva che non si sarebbero mai più rivisti.