REDAZIONE FIRENZE

La figlia di Samuelli: "Sospiro di sollievo. La verità è più vicina"

La donna è stata la prima a sporgere denuncia

Gianpiero Samuelli con la figlia Lucia. È stata lei a fare denuncia ai carabinieri due giorni dopo la morte del padre

Gianpiero Samuelli con la figlia Lucia. È stata lei a fare denuncia ai carabinieri due giorni dopo la morte del padre

"Ho tirato un sospiro di sollievo, questo silenzio mi stava iniziando a preoccupare". Per Lucia Samuelli, figlia di Gianpiero, 86enne ospite della rsa Villa Desiderio deceduto il 10 febbraio, la fiammella in fondo al tunnel si è accesa ieri quando il suo avvocato l’ha informata della svolta nelle indagini. "Mi è tornata un po’ di speranza, mio padre ormai è morto da circa un mese ed è giusto che delle risposte vengano trovate. Ho molta fiducia in quello che potrà uscire dall’esito dell’autopsia e ho fiducia nel lavoro della magistratura". Lucia è stata la prima a sporgere denuncia dopo la morte del padre, mettendo così in moto la macchina delle indagini con l’apertura di un fascicolo per adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose.

La cena sospetta nella rsa è stata servita il 9 febbraio e suo padre, Gianpiero morirà 24 ore dopo. "Ma quel giorno – aveva ricordato al nostro giornale, ripercorrendo quelle ore – era felice. Mio figlio era stato a trovarlo nel pomeriggio e lo aveva visto benissimo. È una giovane promessa dell’atletica e gli aveva mostrato un video della gara a cui aveva partecipato. Mio padre era felice per lui, lo chiamava sempre ’campione’".

Poche ore dopo l’uomo consumerà il pasto che, secondo gli inquirenti, gli è risultato fatale. "Alle 6 di mattina del 10 febbraio – aveva ricordato la donna – mi hanno telefonato dalla rsa per dirmi che aveva vomito e diarrea e che lo avrebbero portato al pronto soccorso".

Nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo: dopo poco telefona il medico di Santa Maria Nuova per dirle che suo padre sta malissimo e che sarebbe dovuta correre lì perché era in coma e sarebbe morto in breve tempo. Quando Lucia arriva lì, l’uomo è già spirato. "Mi hanno detto – aveva ricordato – che gli hanno fatto una tac e aveva l’intestino completamente dilatato. Non sono riusciti a fare niente perché è morto in poco tempo".

A ferire la donna anche la polemica relativa alle condoglianze mancate dopo la morte del padre. "Nessun responsabile della struttura mi ha mai chiamata per porgermele o per darmi comunicazione del decesso di mio padre. Quando tornai con mia madre a prendere le sue cose, c’era un clima frenetico e fuori dalla struttura c’era un’ambulanza, ma nessuno formalmente ci disse niente". La donna finora non ha avuto contatti con i familiari degli altri ospiti deceduti.

"Sono però felice – conclude Lucia Samuelli – che si siano fatti avanti per cercare la verità e chiedere giustizia, in fondo ognuno di loro è una forza. Adesso attendiamo con fiducia".