REDAZIONE FIRENZE

La fine dell’anno. Tempo di bilanci

Questo articolo esplora come le persone affrontano la malattia e la sofferenza, come la fine dell'anno evidenzi i nostri limiti e fragilità, e come possiamo comprendere il vero senso della sofferenza umana.

La fine dell’anno è uno di quei momenti in cui l’animo oscilla tra un pensiero sereno e una estrema malinconia. Un altro periodo della vita sta passando e impone delle riflessioni. C’è chi durante questi mesi ha trovato l’amore, chi è stato felice e ha avuto successo, chi ha vissuto esperienze difficili che racconterà ai nipoti sottolineando che di fronte agli intoppi della vita invece di arretrare occorre sempre avere speranza e fiducia, chi è rimasto da solo ingoiato dalla depressione, chi ha perso il lavoro, chi è diventato povero, chi ha incontrato la malattia. I malati durante le feste sono per la maggior parte vecchi e soli, cercano di sorridere anche se non ne hanno molta voglia. Nella sofferenza sviluppano un profondo senso della vita. Con il corpo torturato dalla malattia o da una esistenza umiliata anche dalla povertà, immobili nel loro letto, mantengono una serenità interiore che noi, considerati sani, non riusciamo a raggiungere. In loro, la malattia non ha annullato né distrutto il significato e la bellezza della vita. Riescono nonostante tutto a vigilare sui propri pensieri e sentimenti e a dare spazio al silenzio. La malattia fa parte nella vita, ne è il lato buio. Preferiremmo tutti stare bene e rimanere nel paese del benessere ma prima o poi ognuno viene costretto o almeno per un certo periodo a lasciare questo luogo e a entrare nel paese dei malati. Mi colpisce come davanti alla tragedia del disfacimento del corpo e nella sofferenza le persone riescano a mantenere la tranquillità. Mi domando quali sono le risorse interiori che usano per affrontare il male. Quando sarà il mio turno riuscirò ad affrontare questo inopportuno stato come loro?. Forse i malati hanno scoperto il perché della vita. La vita interiore è il luogo dove dobbiamo riflettere sulla nostra esistenza, capire il dolore degli altri non solo a parole ma con gesti che ci aiutino a partecipare alla loro storia. Il fine anno racconta tutte le forme del nostro essere uomini e evidenzia i nostri limiti, imperfezioni e fragilità. La smania di non essere secondi a nessuno non ci permetterà di riflettere sulla nostra esistenza e renderà difficile comprendere il vero senso della sofferenza umana.