Da un lato la pace, o quantomeno la tregua, raggiunta tra Fiorentina e Palazzo Vecchio nel recente incontro al Viola Park con l’accordo di lavorare insieme per arrivare quanto prima al completamento dei lavori di restyling del Franchi. Dall’altra il rammarico, palpabile, da parte della società di avere uno stadio a metà e perdipiù in una stagione in cui la Fiorentina sta facendo faville e i 24mila e rotti posti disponibili al Campo di Marte rischiano di diventare davvero pochissimi specie in vista di big match immininenti come quelli con l’Inter e il Napoli. Ieri sulla questione è tornato il direttore generale della Fiorentina Alessandro Ferrari intervenendo a ‘Goal Economy’ su Radio TV Serie A con RDS.
"Lo stadio oggi è un cantiere e ci dispiace soprattutto per i tifosi ma anche per la squadra – le sue parole – ci sono delle previsioni di fine lavori per non prima del 2029, questo è un enorme handicap per noi e per il nostro pubblico, non solo da un punto di vista economico ma anche di ambiente".
Poi l’apertura a Palazzo Vecchio "Adesso c’è una nuova giunta, con la sindaca Sara Funaro abbiamo aperto una discussione serena – ha spiegato ancora Ferrari – L’auspicio è che nelle prossime settimane o mesi ci siano degli step concreti per poter trovare la soluzione migliore e realizzare tutto nei tempi più brevi possibili".
"Il presidente Commisso mi ricorda spesso che una delle parole che ha imparato a conoscere da quando è arrivato in Italia è ‘burocrazià ", ha sottolineato il dirigente viola soffermandosi poi sulla situazione economica del club: "Il nostro bilancio rispetta il fair play finanziario, con ricavi strutturali da 156 milioni che con le plusvalenze arrivano a 200, con costi del personale di 98 milioni e una perdita contenuta di 6. Il presidente Commisso ha sempre dichiarato che non porterà mai la società al fallimento".