di Stefano Brogioni
FIRENZE
Quelli del “Gruppo Taurus“ dicevano di investire i risparmi della gente promettendo profitti golosi e contemporaneamente facevano una vita a cinque stelle: bei vestiti, bisboccia ai tavoli in discoteca, vacanze in località vip.
Ma dietro quella facciata di successo, si nasconderebbe il più classico “schema Ponzi“: gli investimenti in realtà non sarebbero mai stati fatti e i soldi degli ultimi arrivati sarebbero serviti a pagare le rendite promesse ai primi. Prima di diventare sempre più evasivi con i clienti posti in fondo alla piramide e dileguarsi definitivamente con il malloppo.
Ora, il pm Ester Nocera della procura di Firenze ha un pacco di denunce accatastate sul suo tavolo e tutte raccontano la storia di un rampante immigrato domenicano, Ronald E., 27 anni, che con la sua parlantina e la sua dimestichezza per la finanza, avrebbe tirato dentro alla sua rete diversi rampolli della Firenze bene.
E non solo.
Qualcuno ha azzardato anche un calcolo, della maxi truffa Taurus: 3,5 milioni di euro, che persone più o meno facoltose avrebbero affidato al broker.
Cinquemila, diecimila, anche cinquantamila o centomila euro. Soldi che Ronald, all’insaputa anche dei soci più stretti con cui aveva aperto un ufficio in viale dei Mille, non avrebbe mai messo nei fondi finanziari di cui vantava di essere un mago.
Ora, però, il domenicano risponde a intermittenza al telefonino, non è più attivo nella chat del gruppo - dove mostrava grafici in eterno rialzo - e a chi riesce ad intercettarlo, magari tramite una “storia“ sui social, pare dividersi tra Dubai e Montecarlo. Agli ultimi che l’hanno incrociato, ha promesso che riavranno tutto.
Ma i mesi passano, qualcuno si è rassegnato ad aver perso i suoi soldi e non ha fatto neanche denuncia. Altri invece sono determinati ad andare fino in fondo. Anche sui social, fioccano le recensioni negative su questa attività che veniva presentata come una fucina di giovani menti geniali capaci di moltiplicare i soldi.
Sembrava tutto vero, efficiente e redditizio. Il gruppo aveva messo a punto anche una App in cui erano presenti consigli su come investire. Delicata la posizione non solo di Ronald, ma pure di alcuni fedelissimi “colpevoli“ di aver sposato completamente la causa e di aver consigliato l’investimento a parenti e amici. Qualcuno, divorato dal rimorso e dalla figuraccia, si è pure indebitato per restituire di tasca propria i soldi.
Eppure, tutto pareva andare a gonfie vele fino al luglio dell’anno scorso. Poi sarebbero cominciate ad arrivare richieste di rimborso da parte di investitori che intendevano uscire, e i soldi tardavano ad arrivare. Tra novembre e dicembre a molti le operazioni sarebbero apparse meno chiare e in tanti hanno cominciato ad allarmarsi. La situazione pareva precipitare, i collaboratori più intimi del broker sarebbero stati sempre più pressati dalle richieste. Messo alle strette, il 27enne avrebbe prospettato di vendere tutto ad un fondo e che così i soldi sarebbero stati rimborsati in criptovalute. Ma niente di tutto questo sarebbe mai successo. E le corna del toro, simbolo della borsa in rialzo, si sono abbassate.