La Fondazione Cr si spacca: "Rogari è incompatibile". E lui lascia la Colombaria

I revisori dei conti puntano il dito contro l’incarico di presidente dell’Accademia. Domani l’ultimo atto: testa a testa tra Bocca e Rossi Ferrini in un clima infuocato.

La spaccatura arriva a 48 ore dall’elezione del successore di Luigi Salvadori alla guida della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Con non si sa bene quale imboscata definita “romana“, il nuovo presidente in pectore, Sandro Rogari, è stato di fatto silurato. Il pretesto “elegante“ per non eleggerlo più alla guida del Cda dell’ente è l’incompatibilità con un’istituzione culturale: l’Accademia della Colombaria.

Sta di fatto che domani il Cda si riunisce con all’ordine del giorno l’elezione del successore di Luigi Salvadori in un clima di fuoco, con una divisione profonda almeno quanto imprevista, tanto da definirla da parte di qualcuno una “pugnalata alle spalle“.

Adesso i pretendenti in campo dovrebbero essere rimasti due, Bernabò Bocca e Francesco Rossi Ferrini. Ma ormai non c’è più nulla di certo, perché le alleanze e gli equilibri si sono spezzati. C’è già la scuola di pensiero di quelli che vedrebbero bene, una volta tanto, una donna alla guida del Cda della fondazione, scegliendo fra Oliva Scaramuzzi, Maria Micaela Le Divelec Lemmi e Albiera Antinori.

Di certo c’è che una situazione così conflittuale la Fondazione non l’aveva mai vissuta, all’interno ma soprattutto all’esterno.

In ogni caso la partita è ancora aperta. E se fino a qualche settimana fa Rogari offriva volentieri la sua disponibilità all’incarico senza smaniare più di tanto, adesso invece il gioco sembra divertirlo. Tanto più che sarebbe potuto restare in carica non tutto il mandato dei quattro anni ma solo fino a gennaio del 2025.

Così, visto che l’ostacolo a diventare presidente pare fosse l’adesione all’Accademia della Colombaria, bene, lui ha scelto di lasciare gli incarichi in quell’associazione.

A Rogari, da otto anni in Fondazione, prima nel Comitato di indirizzo e poi nel Cda, è stato comunicato informalmente dai Revisori dei conti la sua incompatibilità al comma 3 dell’articolo 26 dello statuto solo qualche giorno fa. Un’incompatibilità mai contestata in precedenza ad alcun consigliere.

Ma tant’è. E già ieri sera il professore aveva mandato una pec per dimettersi da ogni incarico nell’istituzione di scienze e lettere fondata nel 1735.

Se quello era l’ostacolo il problema dovrebbe essere risolto. Ma non è certo così.

Nel rincorrersi delle telefonate, a ieri le quotazioni più alte per l’elezione a presidente della Fondazione CrF sono per Bernabò Bocca, ex presidente di Federalberghi. Anche se ogni previsione sembra per ora azzardata. Il verdetto uscirà solo dal voto del Cda, in programma domani pomeriggio.

O.Mu.