
C’è una frana, fra le tante che hanno ferito il Mugello, che ha causato un doppio danno e una brutta...
C’è una frana, fra le tante che hanno ferito il Mugello, che ha causato un doppio danno e una brutta sorpresa. Non solo ha eroso per molti metri una scarpata al limite della strada che unisce Palazzuolo sul Senio al Mugello e a Firenze. Ma ha scoperchiato un enorme ammasso di rifiuti, franati insieme a terre e massi fino all’alveo del torrente che attraversa la valle, il Rio Rovigo. Un danno ambientale notevolissimo, per una vallata considerata tra le più preservate e incontaminate dell’Appennino tosco-romagnolo. Percorsa da tanti escursionisti, con luoghi naturali di suggestione e bellezza.
Ora invece, in un tratto di fiume, si vedono rifiuti di ogni genere, con le plastiche sparse ovunque, e trasportate per chilometri dalla corrente. Non si tratta però di un qualche scarico abusivo. La discarica fu avviata, nel 1971, sulla base di un accordo tra Comune di Firenze e quello di Palazzuolo. In città era scoppiata un’emergenza rifiuti e così si stabilì di utilizzare una valle lontana. Il sindaco di oggi, Marco Bottino, lo riconosce: "Quello che per noi è proibito, allora era una cosa abituale. Si faceva così lo smaltimento rifiuti. Quindi non biasimo per aver fatto cose che ora è il codice penale ad impedire". Lo scarico durò poco, anche per le proteste. Poi i rifiuti furono coperti e della discarica ci si dimenticò. Ora che una frana l’ha riportata alla luce si corre ai ripari. C’è stato un sopralluogo dell’assessore all’ambiente Monni, sono al lavoro ditte per tamponare la discarica e bloccare l’afflusso dei rifiuti nel fiume.
Paolo Guidotti