È una giovane promessa della direzione d’orchestra: Riccardo Bisatti, 24 anni, energia e competenza da vendere, si appresta a salire sul podio, domani al Teatro Verdi di Firenze e giovedì al Goldoni di Livorno (ore 21), alla testa dell’Orchestra della Toscana in un insolito viaggio tra natura e morte.
Bisatti, prima il fascino dell’Adagio di Barber, poi una partitura complessa, quella della 14esima Sinfonia di Šostakovic... "È un omaggio al compositore a 50 anni dalla morte: un pezzo impegnativo, per certi versi ambiguo. Una sinfonia strutturata su un organico da camera con due cantanti: un soprano, Alessia Panza, e un basso, Adolfo Corrado, molto diversa dalle precedenti basate su un’immensa compagine orchestrale. È una riflessione sulla morte attraverso le poesie dello spagnolo Lorca, del francese Apollinaire, del russo Karlovic e del tedesco Rilke. Dieci movimenti raggruppati in 5 parti: una grande sfida. Attraverso la Sonata per viola e pianoforte che è molto legata a questo pezzo ho imparato ad amare Šostakovic: un grande progressista legato al regime ma mai realmente imbrigliato. Noi eseguiremo la versione multilingue, adattata dall’autore dopo le precedenti in russo e in tedesco. Il linguaggio è molto ardito e il contenuto autobiografico: è stata scritta in ospedale dove il musicista era ricoverato per problemi cardiaci e si trovava, come dire, in una bolla. Tutto il contrario del Barbiere rossiniano".
Non dev’essere facile passare da un genere all’altro: come ci riesce? "Ci sono abituato. Ho iniziato come pianista ma la carriera solistica non è compatibile con la direzione che ti costringe a spostamenti continui. Però non rinuncio alla musica da camera, non posso farne a meno: faccio parte con Anna e Lucia Molinari del Goldberg Trio ed è una gioia poter suonare insieme. E nemmeno all’opera. Da bambino cantavo nel coro di voci bianche del teatro Coccia di Novara. Sono pucciniano fin dalla nascita e dirigere Bohème quest’estate nel circuito dell’opera della Lombardia è stato realizzare un sogno: la parte di Parpignol e dei bambini ce l’avevo stampata in testa. Tra poco la dirigerò di nuovo al Regio di Parma. E poi sarò al San Carlo di Napoli, con La Fille du Régiment di Donizetti che ho già fatto al Petruzzelli di Bari. Mi manca Verdi. Lo sto aspettando con ansia. Spero che arrivi presto".
Nient’altro che musica? "Il ciclismo è il primo dei miei hobby, amo sia guardare le gare che inforcare la bici. Quello che manca è il tempo. Ovviamente sono un grande tifoso di Pogacar, ma scruto anche i campioni del passato: Pantani, per esempio. Un mito!".