GUELFO
Cronaca

La grande lezione di Toscani

Guelfi Vado e Torno. Lo ha detto lui, a meno che non abbia frainteso, ma non mi pare: "E’ stata una...

Guelfi

Vado e Torno. Lo ha detto lui, a meno che non abbia frainteso, ma non mi pare: "E’ stata una lunga bella vita. Non ho paura di morire basta che non faccia male". Oliviero Toscani anche uscendo ha fatto una bella figura. L’incontro con la cronaca, con l’annuncio della sua morte, con la descrizione della sua malattia, cede subito il passo al suo lavoro. Chi lo ama lo segua, il suo portfolio ha gusto, misura, forma. Si staglia nella luce, su fondi neutri, morbidi, accoglienti: fosse l’ultimo respiro di un malato di aids, fosse lo sguardo in camera da dietro le sbarre di un condannato a morte in una prigione negli Stati Uniti. Fossero i livornesi, i tre cuori pulsanti o il bel fondoschiena di Jesus. Ebbi occasione di fargli i complimenti per le foto ai condannati a morte e lui mi rispose un po’ seccato che erano più i guai incontrati per quella foto che il piacere per i complimenti. Tanto di lui si è ricordato, si è scritto e poco fa Francis Kuipers, genio della chitarra blues, amico di Oliviero con il quale aveva condiviso l’esperienza di Fabrica a Treviso ha scritto: "Intelligenza enorme, sincero, cresciuto in una famiglia di donne ed in un collegio tedesco/svizzero". E ora, saltando di palo in frasca, in un taglio basso a pagina 19 delle cronache del Corriere della Sera trovo l’annuncio: "La morte di Franco Piperno, fu tra i fondatori di Potere Operaio". Franco faceva fisica quando noi seduti per terra intorno alla statua di Garibaldi ascoltavamo applaudendo le sue parole. Poi si trattenne, cambiò tono, disse: "Scusate, devo andare, ma non vi muovete. Torno subito". Uscì , sparì e quando tornò, si era laureato in fisica. Era dottore. Riprese il discorso dove lo aveva lasciato tra le risate e la grande soddisfazione di essere lì, tra di noi: studenti dell’ateneo pisano in lotta.