di Francesco Ingardia
e Pietro Mecarozzi
"Bove? Ci dice ‘vojo giocà, vojo giocà’, lasciatemi stare, fatemi uscire". Tre fasi in romanesco simulato che scaldano il cuore di una città in apprensione per una notte. Il terrore non si è tramutato in incubo. La paura regna comunque sovrana, ma intanto Firenze, la Fiorentina, gli appassionati del calcio, i familiari, la fidanzata e gli amici possono tirare il più bello dei sospiri di sollievo: Edoardo Bove "sta meglio", pur sempre ricoverato con prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Careggi. "Siamo così felici di rivedere Edo sorridere", hanno commentato mamma Tanya e babbo Giovanni. Ma la notizia rinfrancante è arrivata dal dg viola Ferrari, dopo aver scambiato due battute col ragazzo. Il giovane ieri mattina ha aperto gli occhi, "dopo aver passato una notte tranquilla, è stato risvegliato ed estubato. È sveglio, vigile ed orientato", ha fatto sapere il club viola. Ora è il momento degli esami e dell’attesa. Le prime ipotesi sulle cause del malore cominciano a circolare, ma la verità è ancora da accertare.
LA RICOSTRUZIONE
Domenica sera, al Franchi va in scena la partita di cartello tra Fiorentina e Inter, scontro d’alta quota come non se ne vedevano da anni in Riva d’Arno. Allo scoccare del nono minuto di gioco, l’Inter batte un calcio d’angolo. Il centrocampista viola classe 2002 marca Dumfries. I due sgomitano, si strattonano. Qui il primo snodo: un presunto colpo incassato dall’ex Roma tra la milza e il torace assestato dal terzino olandese dei nerazzurri ma che lo stesso Edo avrebbe minimizzato con i medici. Il condizionale è quantomai d’obbligo. In quel frangente la maglietta di Bove pare essersi strappata. Il mediano si avvicina alla panchina, chiede il cambio maglia, spende secondi a torso nudo, confidando a bordo campo di avvertire dei ’capogiri’. Avanti veloce al minuto 17: check in corso del var per un gol da convalidare a Lautaro. Bove, lato panchina si allaccia lo scarpino destro, si alza, cammina e dopo tre passi si accascia al suolo.
IL SOCCORSO
Capannello immediato di giocatori bipartisan allarmati, il compagno Cataldi ha la prontezza di metterlo di fianco, impedendo l’ostruzione delle vie aeree tirando fuori la lingua. Nel frattempo la catena dei soccorsi si attiva. Riposto sulla barella, scortato verso l’ambulanza, partita prima sospesa poi rinviata. Bove va in fibrillazione quando è già in ambulanza. L’arresto cardiaco arriva nel tragitto verso Careggi. Il medico a bordo opta per defribillare dopo che l’ecg ha rilevato una aritmia. Partono le manovre di rianimazione per la temporanea compromissione della funzione cardiaca. A Careggi il centrocampista arriva con il potassio bassissimo (tra le possibili cause da indagare per la fibrillazione). Ma grazie al cielo, giunto in rianimazione, vengono esclusi danni anossici. Da lì, l’intubazione e la sedazione farmacologica indotta. Infine, il risveglio "senza l’ausilio dei macchinari". Ma in mancanza di una versione ufficiale, tiene banco la pista di una aritmia per “torsione di punta”, emersa dopo i primi esami che hanno evidenziato livelli molto bassi di potassio e una contusione toracica. Al vaglio dei medici c’è anche tutta la storia clinica del giovane. Non viene escluso neanche il fatto che l’anno scorso Bove ha contratto il Covid, che può aver sviluppato una tachicardia ventricolare o altre aritmie. Una cosa è certa: le indagini saranno lunghe, e forse non solo di stampo medico. "Al momento seguiamo l’evoluzione della vicenda per valutare", ha commentato il procuratore di Firenze, Filippo Spiezia. Non risultano aperti fascicoli di indagine sulla vicenda.
LA GIORNATA
Sprazzi concreti di distensione accendono il lunedì mattina. I genitori e la ragazza italo-inglese Martina, i primi a rientrare in ospedale, seguiti poi dal mister Palladino - col presidente Commisso costantemente aggiornato -, dai compagni di squadra a scaglioni. In ordine: da Cataldi a Colpani, da Quarta a De Gea a Beltran. Il portiere, intorno alle 12, strappa un sorriso ai tifosi che a gruppetti presidiavano l’ingresso del pronto soccorso: "Sta meglio", confessa al capannello di cronisti. In visita anche il numero uno della Figc, Gabriele Gravina: "C’è stata molta paura – dice –, si informa sulle partite, quindi vuol dire che già sta bene" racconta. "In questi momenti il calcio riesce davvero a dimostrare la sua forza di grande comunità - prosegue Gravina -, e ieri sera è stato straordinario". È la volta del governatore Giani: "C’ho parlato, un ragazzo d’oro, con grande capacità di reazione". La società abbraccia come può Bove, con una videochiamata dal Viola Park che "Edoardo ha voluto fare" a tutti i costi. E’ stato lui a convincere i compagni a scendere in campo domani contro l’Empoli.