La guerra dei musei. Lavoratori in sciopero: "Calpestati i nostri diritti"

In piazza gli addetti della Galleria dell’Accademia e del Bargello, ora in forza ad Opera "Nel cambio di gestore chiediamo il mantenimento delle condizioni economico-normative".

La guerra dei musei. Lavoratori in sciopero: "Calpestati i nostri diritti"

La protesta di ieri in piazza delle Belle Arti, nei pressi della galleria dell’Accademia, die lavoratori del comparto museale di Opera Laboratori Fiorentini. Altissima l’adesione secondo i sindacati

"Il lavoro non è solo doveri ma anche diritti e dignità", "lavoratori in saldo", "stesso lavoro, stipendio più basso: vi piacerebbe?". E, ancora: "non vogliamo essere Osanna-ti. Solo rispettati e giustamente pagati". Sono solo alcuni degli striscioni dei lavoratori di Opera Laboratori Fiorentini che ieri hanno scioperato per rivendicare i loro diritti. Dopo la protesta degli addetti ai servizi di Uffizi, palazzo Pitti, polo museale Regione Toscana e Opificio Pietre Dure, hanno incrociato le braccia i colleghi dei servizi museali di Accademia, Bargello, Cappelle medicee, Orsanmichele, Palazzo Davanzati e Casa Martelli (Firenze). "Altissima l’adesione allo sciopero" indetto da Filcams Cgil Firenze e UilTucs Toscana, così come è stato "molto partecipato" il presidio in piazza delle Belle Arti. L’agitazione è legata alla revoca della concessione di Opera Laboratori Fiorentini dei servizi museali che dovrebbero passare ad Ales, società in housing del Mic, Ministero della cultura, anche se al momento tutto è bloccato visto che il Tar della Toscana ha sospeso in via cautelare la revoca e fissato l’udienza per il 5 marzo prossimo.

"Nonostante i tavoli di confronto degli ultimi mesi non sappiamo, ancora, che fine faranno i circa 90 lavoratori attualmente impiegati nei servizi di bigliettazione, accoglienza, bookshop e didattica. Fin qui ci sono state date rassicurazioni deboli e la stessa Ales non si è mai presentata ai tavoli e non sappiamo ancora nulla sulle procedure e sulle clausole sociali previste per tutelare le maestranze" dicono i sindacati che, nel cambio di gestore, chiedono "il mantenimento delle condizioni economico-normative, compreso il contratto integrativo, perché nessun percorso di riforma e cambiamento può essere fatto sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori". Per il deputati Pd Emiliano Fossi e Arturo Scotto " il governo utilizza il patrimonio culturale per far cassa attaccando i diritti del lavoro". I dem – che presenteranno un’altra interrogazione parlamentare – ricordano che "a questa mobilitazione si somma quella per la gara degli Uffizi, per cui non è ancora chiaro cosa avverrà alle maestranze dopo l’aggiudicazione della gara e il definitivo responso del Tar; con una gara bandita oltre un anno fa ma da cui sono escluse circa 30 persone impiegate nelle sorveglianze di sala a fianco dei dipendenti statali e della partecipata Ales. Questi servizi saranno assegnati tramite gara Consip (cadendo nella logica del massimo ribasso d’asta) e quindi senza garanzie per gli attuali livelli occupazionali".

Barbara Berti