"La guerra del Tiburtino III", all’Astra la regista e Paolo Calabresi

"La guerra del Tiburtino III" è una commedia fantasy che racconta l'attacco alieno al quartiere romano e la trasformazione degli abitanti in persone intolleranti. Una metafora della deriva politica e sociale dell'Italia di oggi. Con Francesco Pannofino, Paolo Calabresi e Carolina Crescentini.

"La guerra del Tiburtino III", all’Astra la regista e Paolo Calabresi

"La guerra del Tiburtino III", all’Astra la regista e Paolo Calabresi

Gli alieni sbarcano nella periferia romana e trasformano i suoi abitanti in persone intolleranti, che hanno paura di tutto quello che è diverso e decidono di barricare il proprio quartiere. E’ il film "La guerra del Tiburtino III" di Luna Gualano, una commedia fantasy sull’attacco alieno al quartiere romano per farne un avamposto da cui partire per la conquista della Terra. "Una metafora delle idee che si insinuano in noi e ci allontano dagli altri, costruendo muri" dice la regista. Il film, che rappresenta quindi una metafora e una riflessione sulla deriva politica e sociale dell’Italia di oggi e degli ultimi anni, sarà al cinema Astra di piazza Beccaria a partire oggi, con proiezione alla presenza della regista e dell’attore Paolo Calabresi il 5 novembre alle 18. (info su www.stensen.org).

La storia inizia da un piccolo meteorite che cade dal cielo e viene raccolto da Leonardo De Sanctis, il padre di Pinna, uno spacciatore del quartiere periferico romano. Nei giorni successivi, quasi tutti gli abitanti del quartiere iniziano a comportarsi in modo strano, alzando delle vere e proprie barriere attorno al loro territorio. Pinna decide di indagare sul fenomeno insieme ai suoi amici e a Lavina Conte, famosa fashion blogger rimasta intrappolata suo malgrado nel quartiere. Nel cast figurano tre protagonisti della serie cult " Boris": Francesco Pannofino, Paolo Calabresi e Carolina Crescentini. I produttori sono i Manetti Bros e Piergiorgio Bellocchio (fratello di Marco), presente con un cameo nel film.

"Il film nasce da una commistione di generi, nello specifico lo sci-fi dalle tinte cupe e la commedia, mescolando due chiavi narrative solo apparentemente distanti tra loro: quella del tipicamente sci-fi e quella della comedy – dice Gualano -. L’impianto narrativo si basa su due filoni cinematografici ampiamente collaudati, come quello ’dell’infiltrazione aliena’ e quello che potremmo definire della commedia ’politicamente scorretta’. Lo stile registico prende quindi spunto proprio dal dialogo fra questi generi".