Una lettera fiume per chiedere un passo indietro. È quella inviata da Giuseppe Aversa, uno dei due fratellini che prima del 2000 fu affidato alla tutela dell’avvocatessa Elena Zazzeri e poi inserito nella comunità con sede a Vicchio, ben prima che scoppiasse il ‘caso Forteto’. Lo stesso che portò poi alla condanna a 14 anni e 10 mesi del fondatore del Forteto, Rodolfo Fiesoli per gli abusi commessi sui ragazzi affidati dal tribunale alla sua comunità. Quella di Aversa, diventato poi portavoce di un gruppo di vittime è una lettera indirizzata all’avvocato Zazzeri, di recente candidata al consiglio comunale fra le fila di Firenze Democratica di Cecilia Del Re e presentata come “legale delle vittime“. Il motivo? Proprio la sua candidatura. La donna, secondo Aversa, pur non essendo mai stata toccata dalla vicenda giudiziaria del Forteto, non avrebbe nemmeno mai preso pubblicamente le distanze dalla comunità dopo la scoperta degli abusi.
"Ogni giorno, attraverso il mio lavoro - scrive Aversa - servendomi anche della mia esperienza, cerco di portare un punto di vista che spero faccia riflettere, che ponga interrogativi che possa migliorare il sistema di protezione e tutela dei minorenni che a volte non è tutelante come dovrebbe essere. Ormai io sono fuori da quel sistema che ho subìto insieme a molti altri. Un sistema fatto di persone che nel nostro caso, e non solo, crea danni anche proprio per l’incapacità di porsi dubbi, di mettersi in discussione. Le omissioni e le inadeguatezze professionali sul Forteto sono omissioni e inadeguatezze appurate che hanno rovinato tante vite di bambini, bambine, ragazzi, ragazze e delle loro famiglie".
"Eppure – prosegue Aversa in un altro passaggio della lunga lettera – nella storia del Forteto sono molte le persone, i professionisti soprattutto, che hanno avuto un ruolo importante a sostegno della comunità, troppo pochi, ad oggi, hanno preso coscienza delle loro responsabilità. Purtroppo, l’avvocatessa Zazzeri è una di queste. A posteriori, seguendo l’iter giudiziale, dalla condanna del ‘85 a quella europea nel 2000, seguita da tre gradi di giudizio, e la recente ammissione di colpa da parte dello Stato italiano di fronte alla Cedu, l’avvocatessa Zazzeri non ha mai preso posizione ammettendo di aver sbagliato. Non vi è pretesa delle pubbliche scuse, mi interrogo invece sulla scelta di tale candidatura a seguito di fatti tanto gravi, e come ciò possa sposarsi con il ruolo che l’avvocatessa chiede di ricoprire candidandosi al comune di Firenze. Come ergersi a paladina contro la violenza sulle donne e sui minori dopo aver preso parte, magari inconsapevolmente, ad una delle pagine più buie della storia italiana nell’ambito della tutela minorile? Mi auguro che la l’avvocatessa Zazzeri, almeno ad oggi, abbia preso maggior consapevolezza sulla vicenda Forteto". L’avvocato Zazzeri aveva già replicato alla nota dell’associazione Vittime del Forteto che, nei giorni scorsi poco dopo la presentazione del suo nome, aveva puntato il dito contro la scelta di candidarsi.
"Una errata nota redazionale per la lista Del Re di cui mi onoro di far parte – aveva replicato Zazzeri – mi ha definita ‘avvocato delle vittime del Forteto’. Mi assumo la responsabilità dell’errore e me ne scuso. Rivendico il mio impegno professionale e sociale ultra quarantennale a favore di tanti minori e che mi ha visto insieme a tanti altri magistrati,avvocati,operatori dei servizi, protagonista nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti dei più fragili. Nessuna polemica strumentale potrà gettare ombre su tale limpido impegno".