La Madonnina salvata due volte. Ricostruita la storia della statua

Scampata alla distruzione del Chiesino nel ’44 e traslata lungo le mura. Spuntano fuori i documenti originali

La Madonnina salvata due volte. Ricostruita la storia della statua

La Madonnina salvata due volte. Ricostruita la storia della statua

Salvata due volte, prima dagli orrori della guerra, poi dall’oblio; la Madonna di Lourdes dell’antico Chiesino, andato distrutto in tempo di guerra, fa riemergere dal passato una pagina di memoria. Un tubo di piombo nascosto (ritrovato accanto alla statua collocata da mezzo secolo nell’edicola lungo le mura) ha rivelato la presenza di documenti, foto d’epoca e testi risalenti agli anni 70. Questi ne ricostruiscono la storia e le tappe del viaggio compiuto fino ad oggi. Grazie ai nuovi documenti sappiamo ora con certezza che la Madonna di Lourdes riuscì a sopravvivere alle bombe dell’estate del ‘44 e fu ritrovata intatta dagli stessi cittadini. Negli anni Cinquanta, iniziò a vagare da una casa all’altra, come una sorta di reliquia, in attesa di essere ricollocata nel luogo di origine. I sancascianesi strinsero un legame speciale con la statua. Era la San Casciano che nel dopoguerra lentamente si risollevava dalla devastazione e cominciava la ricostruzione.

Dal 1974 la statua è sotto gli occhi di tutti, collocata all’interno di una nicchia realizzata appositamente sulla parte muraria di San Casciano. Sono questi gli elementi e le informazioni dettagliate, corredate di documentazione fotografica dell’epoca e dell’evento inaugurale del ritorno a casa della Madonna, datato 30 giugno 1974, contenuti nel materiale ritrovato . Nel documento si legge: “La santa immagine, che nell’anno mariano del 1954 venne accolta nelle abitazioni del popolo , ricollocata in questa nuova edicola voluta dagli stessi sancascianesi e lei devoti, rimanga vigile protettrice del popolo sancascianese e lo faccia degno di venerarla un giorno nel Regno del suo divin Figlio Gesù".

Soddisfazione per i ritrovamenti espressa anche dal sindaco Roberto Ciappi.