di Alessandro Latini
Una ’maledizione’. Anche difficile da spiegare a parole. L’ennesimo momento duro per la Fiorentina, un suo calciatore, la sua gente. Qualcuno con i capelli più bianchi e le lacrime agli occhi in tribuna ha rivissuto il dramma di Giancarlo Antognoni. Novembre 1981, il gelo piombato sul Franchi più o meno con lo stesso disagio.
Quella di ieri doveva essere una notte di festa che la Fiorentina si era guadagnata a suon di risultati e vittorie. Una sfida scudetto che mancava da troppi anni. Dal sogno all’incubo nel giro di diciassette minuti. Stavolta non uno scontro di gioco, ma Edoardo Bove che crolla ai piedi di Calhanoglu dopo aver provato a rimanere in equilibrio. Scena ormai tristemente già vista sui campi di calcio. Dumfries che corre verso di lui, Simone Inzaghi che scivola e si precipita per soccorrerlo. I calciatori con le mani nei capelli e le lacrime agli occhi trasmettono al pubblico la drammaticità del momento. Su quegli stessi spalti dove si temette per la vita dell’Unico 10 stavolta ci si è stretti per il malore che ha colpito un ragazzo di ventidue anni. Genuino, forte, che in pochi mesi si è preso la Fiorentina. Va veloce Edoardo, in campo e nella vita. Nessuno poteva immaginarsi una serata del genere. Nemmeno il padre Giovanni, arrivato a Firenze per seguire la partita dalla tribuna.
Il via vai di compagni, allenatore, dirigenti e tifosi all’ospedale testimonia quel che è la Fiorentina oggi. Una sorta di famiglia allargata già provata dal dolore. Pensate a capitan Biraghi. C’era quella maledetta notte di Udine del 2018 quando Davide Astori se ne andò nel sonno. Anche quella Fiorentina di Stefano Pioli aveva connotati simili a questa, almeno a livello di gruppo nello spogliatoi. Ragazzi che si volevano bene a prescindere dalla maglia indossata.
C’era, come gran parte dei compagni, lo scorso anno quando la Fiorentina ha vissuto il dramma di Barone. Tragedie analoghe, simili nell’epilogo quelle di Davide e Joe. La corsa dei giocatori in ospedale, le facce sconsolate. A certi tipi di momenti non ci si abitua mai, anche se stavolta le sensazioni che si sono respirate nell’immediato sono state più positive. In serata il comunicato della Fiorentina ha confermato una situazione da monitorare, ma non drammatica come si è temuto in campo.
Il giocatore "in sedazione farmacologica ricoverato in terapia intensiva". E’ arrivato stabile dal punto di vista emodinamico in pronto soccorso ed i primi accertamenti cardiologici e neurologici effettuati hanno escluso danni acuti a carico del sistema nervoso centrale e del sistema cardio respiratorio.
Edoardo Bove sarà rivalutato nelle prossime 24 ore. Si spera, insomma. L’augurio è di rivedere l’ex giocatore della Roma in campo prima possibile. Di rivederlo presto indossare il suo numero 4 viola, correre e rincorrere gli avversari con la sua grinta. Soprattutto si spera che questa serata - che dal sogno poteva trasformarsi in incubo - sia solo stata un incidente di percorso in una carriera radiosa.