REDAZIONE FIRENZE

La mamma di Mattia: "Non so spiegarmi cosa gli sia successo". Fiori e lacrime al bandone

La donna distrutta: "Percepiva un sussidio e io lavoravo, non ha senso". Il fratello della vittima: "Adesso chiedo soltanto rispetto e giustizia".

La mamma di Mattia: "Non so spiegarmi cosa gli sia successo". Fiori e lacrime al bandone

Tanti i fiori e le persone che sono passati a rendere omaggio a Laura nella bottega dove lavorava con il marito

"Non so spiegarmi cosa sia successo a mio figlio". La voce rotta, le lacrime che rigano il viso, lo sguardo che tradisce una ferita interna che difficilmente si potrà rimarginare. La mamma di Mattia Scutti si chiede come tutti: "Perché?". È sotto choc, cerca di raccontare al legale che assisterà suo figlio, l’avvocato Francesco Ceccherini, chi era Mattia, il suo passato, il rapporto con il padre assente e quelle stranezze che stavano diventando ogni giorno di più preoccupanti. E sul possibile movente assicura: "Il mio lavoro ci garantiva a entrambi di sopravvivere, lui era disoccupato, ma percepiva comunque un assegno di sussidio", spiega.

Un altro tipo di dolore si respire invece nel paesino di Chiesanuova. "Con tutto il nostro amore, ci mancherai Laura. Rimarrai nei nostri cuori sorellina mia". Nei fiori appoggiati fuori dal forno di via Volterrana, la dedica straziante del fratello di Laura Frosecchi. "Chiedo solo giustizia per mia sorella – ha detto –, i carabinieri devono scoprire perché Mattia girasse con una pistola. Ma adesso chiedo rispetto. Solo questo conta". L’atmosfera in paese è pesante. Poca anche la voglia di parlare, tanta la commozione anche delle persone che arrivano per lasciare un fiore, un pensiero per la donna che aveva costruito nel tempo una bellissima rete di amicizie.

"Laura era il mio porto sicuro quando venivo qui in campagna con mia figlia – racconta una donna che è arrivata fin qui per accendere un lumino alla sua memoria – dopo la lezione di equitazione, la sosta era d’obbligo, scherzando dicevamo di scappare insieme a Parigi. Dietro ai suoi sorrisi c’era anche un velo di preoccupazione. Ho conosciuto il nipote, me ne aveva parlato. Lei era fatta così, si prendeva sulle spalle le difficoltà degli altri. Era generosa. Ho visto i tg, non riuscivo a crederci. Sono venuta appositamente da Roma per lei". Alessandra racconta di averla sentita la mattina prima del delitto. "Mi aveva detto ‘ciao ti voglio bene’ – racconta - era una donna eccezionale e piena di vita. Ogni domenica, quando andavamo a pranzo da mio figlio, ci fermavamo a prendere la schiacciata. Lei usciva nonostante il negozio pieno per augurarmi buona giornata. Uscire con lei voleva dire ridere, scherzare, vivere la vita. Non la dimenticherò mai: dovevamo andare a cena insieme in questi giorni, purtroppo non ce l’abbiamo fatta".

Anche ieri il forno è stato un luogo di ritrovo, ma purtroppo non per una bella occasione, per una merenda in compagnia. Le persone si ritrovano per ricordare Laura, per restare commossi davanti a quella vetrina, pensando all’assurdità della tragedia che si è consumata. Ieri mattina una ditta di pulizie ha rimesso ordine all’interno. Un compito dolorosissimo difficile sicuramente da sostenere. Una signora snella capelli biondi ha depositato una sorta di piccola corona. "Sono un’americana che abita qui vicino. Conoscevo Laura da quattro anni, era nata una vera amicizia tra noi. Era sempre felice, aveva per tutti un sorriso. Così ha pensato di lasciare questo ricordo. L’ho composta ieri mattina, ancora non sapevo cosa fosse successo. Sono fiori intrecciati come si fanno in India, ho pensato di portarli a Laura".

Nell’altro negozio, famoso per le schiacciate, il Forno Giotto una giovane ragazza, Luisa, ha raccontato di conoscere Mattia Scutti: "Non frequentava molto Chiesanuova, seppure abitasse qui. Quando l’ho conosciuto qualche anno fa, era un ragazzino in gamba, ha lavorato in aziende agricole della zona, poi improvvisamente è cambiato, è diventato di cattivo umore. È difficile credere a quello che è successo, era legato alla zia, per qualche tempo ha pure dato una mano al forno". La quiete di questa frazione in collina è stata violata, le persone camminano per la via Volterrana quasi stupite delle tante persone che stazionano nel parcheggio davanti al forno. In molti si fermano anche per una semplice preghiera, o un gesto di ricordo. Tutti di certo non dimenticheranno la loro amica Laura.

Fabrizio Morviducci

Pietro Mecarozzi

( ha collaborato Antonio Taddei)