"Fermiamo le guerre, il tempo della Pace è ora". Domani, sabato 26 ottobre, è Giornata di mobilitazione nazionale per la Pace. La modalità di mobilitazione scelta dalle cinque Reti promotrici della Giornata (Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, AssisiPaceGiusta, Sbilanciamoci) vede l’organizzazione di manifestazioni in 7 piazze italiane (come i colori di un arcobaleno pacifista) che grideranno a gran voce le proposte della società civile che chiede "percorsi di pace, disarmo, giustizia sociale e climatica". "In un contesto internazionale sempre più militarizzato e segnato da guerre, sofferenze e scelte politiche senza investimenti reali in diplomazia, è essenziale dire insieme: Basta con l’impunità. Basta con la complicità. Basta con l’inazione".
Tra le 7 piazze, c’è anche Firenze: la manifestazione con partenza da Piazza Santa Maria Novella (ore 14) e arrivo in Piazza Santa Croce (ore 17).
Il corteo attraverserà l’Arno su entrambe le sponde (proprio per segnare l’idea di ponti di pace). Il percorso: via dei Fossi, piazza Goldoni, lungarno Corsini, Ponte Santa Trinita, Lungarno Guicciardini, via dei Serragli, Via Sant’Agostino, Piazza Pitti, via de Guicciardini, lungarno Torrigiani, Ponte alle Grazie, via dei Benci.
In piazza Santa Croce sono previsti interventi dal palco di Massimo Valpiana (presidente del Movimento Nonviolento) e Giulia Torrini (presidente di Un Ponte Per), preceduti da momenti artistico-musicali (Letizia Fuochi con Frank Cusumano; Gaia Nanni con Alessio Sardelli, Gabriele Doria e Roberto Beneventi). A presentare gli ospiti sul palco, la direttrice di Controradio Chiara Brilli. Alla manifestazione di Firenze confluiranno anche del resto della Toscana, dalla Liguria e dall’Emilia Romagna.
Il comitato organizzatore fiorentino "invita tutta la cittadinanza a partecipare portando i colori della pace per costruire una grande manifestazione popolare". Sono già oltre 300 le organizzazioni che hanno dato la propria adesione alla Giornata.
"Firenze vuole ribadire la sua tradizione e la sua vocazione di messaggera di pace. In questi momenti così bui non possiamo sottrarci al compito storico di testimoniare che deve esistere una alternativa alla guerra", sottolineano Rossano Rossi (Cgil Toscana) e Bernardo Marasco (Cgil Firenze).