
Da più di 20 anni la Futa, per Archivio Zeta, è stata "montagna incantata". Perché tra le migliaia di tombe del cimitero militare germanico ha portato il grido e il dolore di tante tragedie greche, in un’ambientazione unica. Ed ora proprio "La montagna incantata", il capolavoro di Thomas Mann è all’origine della nuova messa in scena della compagnia di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni. Si è iniziato ieri sera, alla luce del tramonto e avendo come quinte il paesaggio dell’Appennino emiliano-romagnolo, e così sarà anche oggi e domani. Per poi riprendere le rappresentazioni dal 5 al 21 agosto. Lo spettacolo è la prima parte di un progetto triennale che Archivio Zeta dedica al romanzo di Mann, che nel 2024 compirà cento anni dalla pubblicazione. Le tematiche sono attualissime, guerra e malattia. "Il nostro lavoro – spiegano Guidotti e Sangiovanni - propone un ribaltamento dello sguardo: con un senso di tragica ironia siamo a recitare questo grande poema della morte in una scenografia fatta di infinite lapidi e questo spazio diventa un grande sanatorio per tubercolotici, destinati per la maggior parte a morire di consunzione. Questa storia visionaria ci rende inquieti e rivela quanto sia sottile il confronto con l’attualità e quanto commovente la partecipazione al dolore per l’umanità sofferente. Ma questo poema degli inferi e della morte è in sostanza anche un’iniziazione, un inno alla vita".
Prenotazione obbligatoria, al 334 955 36 40 o su www.archiviozeta.eu.
Paolo Guidotti