REDAZIONE FIRENZE

La montagna incantata Mann al sacrario militare

Archivio Zeta al cimitero della Futa con il progetto dedicato allo scrittore tedesco "Viaggio nel romanzo che continua a parlarci con dolorosa ironia di malattia e guerra".

FIRENZUOLA

Debutta venerdì alle 17,30 al Cimitero militare germanico del passo della Futa, sull’Appenino tosco-emiliano, la seconda parte del progetto triennale che Archivio Zeta di Bologna ha deciso di dedicare al capolavoro di Thomas Mann "La Montagna Incantata", per "un lungo appassionato viaggio in questo straordinario romanzo che continua a parlarci, dall’inizio del secolo scorso, con dolorosa ironia, di malattia e guerra".

La Futa, spiega la compagnia teatrale bolognese, "è da vent’anni la nostra montagna magica e per questo spettacolo diventa il Sanatorio internazionale Berghof dove vengono accolte le riflessioni di Hans Castorp e le inquietudini di tanti indimenticabili personaggi".

L’anno scorso era stata messa in scena la prima parte, ora la seconda: si tratta di spettacoli indipendenti di due ore ciascuno circa, "chi non avesse ancora visto la prima parte può tranquillamente vedere la seconda", che dopo il 28 andrà in replica il 29 e 30 luglio e dal 4 al 20 agosto, sempre alle 17.30. Lo spettacolo è liberamente tratto dal romanzo di Mann, con la drammaturgia e regia di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni e la partitura musicale di Patrizio Barontini.

Il cimitero è stato costruito tra il 1962 e il 1969 dall’architetto Dieter Oesterlen: vi sono seppelliti più di 30.000 giovani soldati tedeschi mandati a combattere sulla Linea Gotica. Oesterlen doveva interpretare nella forma il motto che "le tombe di guerra incitano alla pace, chiunque voglia collaborare alla diffusione delle idee per la pace è il benvenuto". L’idea che la costruzione dà è quella di una spirale senza fine che improvvisamente si interrompe: è costituita da un muro di duemila metri che sale avvolgendo la montagna fino alla cima e circonda i sepolcri dei caduti.