OLGA MUGNAINI
Cronaca

La mostra a Firenze. Byron contemporeaneo negli scatti di Corelli

Al Gabinetto Vieusseux la rassegna dedicata al poeta romantico inglese. Le foto raccontano la complessità e l’immaginario multiforme del letterato.

Un’immagine in mostra e un momento della presentazione

Un’immagine in mostra e un momento della presentazione

“Tutti gli addii dovrebbero essere improvvisi, quando sono per sempre“. “Vieni, posa la testa sul mio petto, ed io t’accheretò con baci e baci“. E ancora: “Una mattina mi risvegli e mi ritrovai famoso“.

Sono versi di Lord Byron (George Gordon Noel Byron, (1788-1824), che acquistano un’inedita visione di contemporaneità attraverso le immagini di un maestro della fotografia quale Giampiero Corelli, fotoreporter da più di 30 anni, collaboratore delle più importanti testate giornalistiche.

“Byron contemporaneo” è proprio il titolo della mostra che il Gabinetto Vieusseux di Firenze dedica al celebre poeta romantico inglese, con una serie di scatti di Corelli che raccontano la complessità e all’immaginario multiforme del letterato, per riscoprire l’eredità, ancora modernissima, della sua poetica e dei suoi ideali.

A scegliere e ad accostare le citazioni di Byron alle 25 foto di Corelli è stato Vincenzo Patanè, scrittore e storico dell’arte, uno dei maggiori studiosi del poeta inglese, così come il catalogo (edito da Danilo Montanari) si completa con i testi di Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto Vieusseux, della storia dell’arte Daniela Ferrari, del presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli e Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente Fondazione CR Ravenna.

La mostra è organizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e il Museo Byron e del Risorgimento, e arriva al Gabinetto Vieusseux dopo il grande successo ottenuto ai Chiostri Danteschi di Ravenna, per poi fare tappa a Venezia, costruendo così un ponte fra le tre città care a Byron e ai luoghi della sua poesia, al suo essere malinconico, ribelle, idealista, emblematico, "Le immagini di Giampiero Corelli ripercorrono l’avventura di Byron legandola a doppio filo al tempo presente – afferma Riccardo Nencini –. Non si è nascosto dietro i luoghi comuni, ha coraggiosamente sbandato, folle come il poeta, per ripercorrere quel viaggio eroico e sentimentale e poter passare cosi il testimone nelle mani dei millennials".

Per ogni foto Vincenzo Patanè ha cercato un nesso logico con le parole del poeta: " Se alcune foto propongono dei riferimenti alla sua permanenza a Ravenna (dal 1819 al 1821), in particolare alla relazione con Teresa Guiccioli - spiega –, altre sono invece degli scatti sulla realtà contemporanea. Queste ultime, grazie alle citazioni, sottolineano il virtuale fil rouge che lega il poeta romantico, innamorato, giocoso, amante della libertà, della natura e degli animali al mondo moderno, di cui ha saputo preconizzare con acume tanti aspetti".

Corelli ferma l’immagine in atmosfere rarefatte in mezzo alla natura, ma anche in interni teatrali, a volte ruvidi a volte sofisticati, dove uomini, donne, animali emergono misteriosi e inafferrabili: "Corelli raccoglie la sfida di interpretare l’opera di un letterato – scrive Daniela Ferrari – che ha inanellato a un ritmo sfrenato viaggi, versi, amori, scandali e pubblicazioni".