FIRENZE
Cronaca

La multiutility al setaccio : "Ora diteci chi la finanzierà. Senza capitali tariffe più alte"

Oggi in Consiglio comunale la relazione di Paolo Bambagioni (Lista Schmidt) "Pur mantenendo il controllo pubblico dobbiamo ripensare alla quotazione".

Oggi in Consiglio comunale la relazione di Paolo Bambagioni (Lista Schmidt) "Pur mantenendo il controllo pubblico dobbiamo ripensare alla quotazione".

Oggi in Consiglio comunale la relazione di Paolo Bambagioni (Lista Schmidt) "Pur mantenendo il controllo pubblico dobbiamo ripensare alla quotazione".

di Francesco Ingardia

"Il ruolo di presidente della Commissione controllo lo intendo esercitare fino in fondo. Serve ad aprire dibattiti, segnalare questioni agli organismi politici". Tra cui la Multiutility, oggetto di una relazione tecnica che andrà oggi in consiglio comunale col consigliere Paolo Bambagioni (Lista Schmidt).

Una relazione per dire che?

"Che la Multiutility serve e tutti la vogliono. Ma c’è stato un riallineamento politico forte dei soci che ha messo in difficoltà Alia che puntava alla quotazione in Borsa. Vorremmo sapere come il progetto intende proseguire, come e chi tirerà fuori i soldi".

è capofila tra i soci. Funaro sta operando bene?

"È ancora da dimostrare. Certo che ha assecondato le richieste del Pd romano, più ideologizzato che pragmatico, smarcandosi dall’era Biffoni-Nardella".

Impiantistica e gestione rifiuti: cosa emerge dalla relazione?

"Sull’impiantistica siamo sufficienti nel fare previsioni e progettazioni che non si realizzano perché non sappiamo dove farla. Una non-scelta che penalizza la bolletta. Sui rifiuti, è evidente che il piano regionale non chiuda il ciclo. Il tema di dove bruciarli resta irrisolto. E ritengo ideologico premere solo sulla differenziata: oneri ambientali ed economici sono alti".

Ha senso aggregare energia e rifiuti col servizio idrico?

"Certo che sì, sull’acqua dentro la Multiutility anche le ali estreme della sinistra son d’accordo. Ma ci troviamo in un regime di proroga per il rinnovo della concessione del servizio idrico con formula mista 70% pubblico-30%. Allora dico, dato che non ci sarà la quotazione in Borsa, teniamoci la ‘public-company’ al 100%. Teniamo fuori il partner privato, che senso ha farlo entrare senza dargli potere? Sul bene acqua non si scherza, deve restare pubblico, pensiamo una gestione patrimoniale e del know how come si deve".

Lei era favorevole alla quotazione a Piazza Affari per reperire risorse pro-investimenti?

"Assolutamente. Non è un segreto che la prima gestione industriale e di bilancio in Alia fosse finalizzata alla ricerca di capitali. Ma con questa virata dettata dai nuovi Comuni soci, o fai una ricapitalizzazione da 100-150 milioni o ti riversi sulle tariffe. Il cui rischio è elevato, lo sanno gli attuali vertici. Pur mantenendo il controllo pubblico, ripensiamo alla quotazione, no all’azionariato popolare e chiudiamo il piano industriale. Questo dirò in aula".

Un giudizio sull’operato dell’ad Alberto Irace?

"Non ho nulla contro. Ha avuto il difficile incarico di portare avanti al meglio possibile lo sviluppo industriale della Multiutility. Diamogli merito di riconoscere che ha subìto il cambio di traiettoria politica dello sviluppo della holding. Ma si è trovato un’azienda sana per poi esporla a un indebitamento allarmante. Credo che lui e il suo staff abbiano fallito, per cui dovrebbe dimettersi".