REDAZIONE FIRENZE

La Nazione è cultura. Ecco le ’Grandi Firme’. Cronache e racconti che hanno fatto la storia

Il libro curato da Luca Scarlini raccoglie trentacinque testimonianze. Gli scritti degli autori più celebri, da Carlo Collodi a Geno Pampaloni.

Il volume ’Grandi Firme’ è stato presentato alla Giunti Odeon

Il volume ’Grandi Firme’ è stato presentato alla Giunti Odeon

I risultati del plebiscito della Toscana per l’annessione al Regno Sabaudo del 1860 commentati da Carlo Collodi e il ricordo di Geno Pampaloni come contradaiolo del Bruco per il Palio di Siena aprono e chiudono il libro ’Grandi Firme - Testimonianze di esponenti della letteratura, dell’arte e della cultura italiana che hanno scritto sulle pagine del giornale dalla sua nascita, nel 1859, ai giorni nostri’ che i nostri lettori hanno oggi ricevuto in regalo acquistando il quotidiano in edicola.

Nel mezzo altre trentatré cronache e critiche di altrettanti autori che hanno fatto la storia italiana, da Alessandro Manzoni a Anna Maria Ortese, da Marcella Olschki a Eugenio Montale, passando per Edmondo De Amicis, Gabriele d’Annunzio e tanti altri.

Anni di storia, di racconti, di scritture che evolvono e che cambiano. Cambiano i racconti e le forme. Cambiano le sensibilità e le modalità di narrazione. Sono pagine di cronaca che diventano storia, pagine che attraverso il giornale offrono in presa diretta uno spaccato sociale e di costume unico.

Un libro di 80 pagine, curato da Luca Scarlini, che rappresenta il nostro regalo di Natale a Firenze e alla Toscana per celebrare i 165 anni dalla nascita de La Nazione, il giornale più antico d’Italia.

Ogni autore presenta due pagine: un articolo, una scheda critica che contestualizza lo scrittore nel periodo storico e sociale, una riproduzione dell’articolo e tante foto che permettono di rendere anche graficamente il contesto.

Ma vediamo nel dettaglio i 35 protagonisti del libro. Dopo Carlo Collodi, ecco lo scrittore Alexandre Dumas padre che, al seguito dei Mille, inviava corrispondenze dai campi di battaglia. E poi Giosuè Carducci che discetta dell’importanza del romanzo con una critica su Guerrazzi, per continuare con le cronache argute di vita fiorentina firmate da Yorick nella sua ’Appendice’.

Si prosegue con Ferdinando Martini e Luigi Capuana. C’è anche Alessandro Manzoni, con il suo impegno nel creare un vocabolario fiorentino, ed Edmondo De Amicis con i ritratti di vita militare. Si passa a Bruno Sperani (al secolo Beatrice Speraz), Jarro, Pietro Mascagni che parla di San Francisco devastata dal terremoto del 1906.

L’opera del generale Cadorna durante la Grande Guerra è raccontata da Giovanni Papini, e poi compaiono Yambo, Ferdinando Paolieri, Amalia Guglielminetti e Gabriele d’Annunzio che rende onore al trasvolatore atlantico Francesco De Pinedo, Alberto Savinio ed Eugenio Montale, che firma un significativo articolo nel settembre del 1944, poco dopo la liberazione di Firenze, nel quale invita artisti e scienziati e non essere mai servi del potere né dei regimi, ma ad esprimersi liberamente.

L’elenco è lungo e prestigioso e comprende Alberto Moravia, Giuseppe Prezzolini, Emilio Cecchi, Indro Montanelli, Giovanni Spadolini, Mario Tobino, Anna Maria Ortese, Vasco Pratolini, Mario Luzi, Aldo Palazzeschi, Leonardo Pinzauti, Anna Banti, Piero Bargellini con uno struggente omaggio alla Firenze scomparsa sotto i colpi di piccone delle demolizioni del secondo Ottocento.

E poi Pier Vittorio Tondelli che qui anticipa il suo ’Pao Pao’, Giorgio Luti e Marcella Olschki.