Segue dalla Prima
Carlo
Conti
Un’Italia che è fatta luoghi meravigliosi che tutti vogliono vedere e ammirare, di fronte ai quali si rimane a bocca aperta.
Proprio come accade a Firenze. Se il turismo si sviluppa lavorano gli hotel,
i ristoranti, i negozi, i tassisti. Si produce una ricchezza che è
fondamentale per lo sviluppo dell’economia fiorentina così come lo è a Roma e a Venezia. E allora dobbiamo sviluppare ancora di più la nostra
politica dell’accoglienza turistica. Dobbiamo accogliere a braccia aperta chi porta il sostentamento primario dell’economia e, dopo quello che è successo, dobbiamo farlo ancora più convinzione. Ho ancora negli occhi la
Firenze ai tempi della pandemia. Per quello che si poteva uscire,
rispettando in pieno le regole che ci venivano impartite, ho visto una città che non era la nostra Firenze. Una città irreale, gioco forza triste.
Un centro desolatamente vuoto. Per questo faticavamo ad accettare una situazione che ci era imposta dalle norme anti contagio.
Adesso ci deve animare una grande speranza. Firenze deve ritrovare la sua meravlgiosa normalità, con i tanti turisti che arriveranno e rimarranno abbagliati da
bellezze che sono nella Storia. Ospiti che torneranno a invadere gioiosamente il nostro centro godendo di uno spettacolo che anche per
noi è sempre un’emozione, nonostante in questa città ci siamo nati e
cresciuti. Il guaio, casomai, e che tante volte non abbiamo considerato appieno il valore giusto di una normalità che ora diventa fondamentale per ridisegnare un futuro ancora
ricco di speranze.