’Migliore’ è uno spettacolo a cui ho ormai dato tutto quello che potevo dare. E che comunque mi darà ancora tanto". Ne era convinto Valerio Mastandrea al debutto, qualche anno fa, del testo scritto e diretto da Mattia Torre, spettacolo che continua con successo anche in questa stagione e che dal 10 al 12 gennaio (venerdì e sabato ore 21, domenica ore 16) arriva al teatro della Pergola.
Si racconta la metamorfosi di un uomo che da paranoico, insicuro e debole, si tramuta in un essere spietato che si guadagna la stima e il consenso di chi, volontariamente o involontariamente, lo circonda. Mastandrea in ’Migliore’ dà vita alla storia comica e terribile di Alfredo Beaumont, un uomo normale a cui capita un incidente di cui è causa, di cui sente la responsabilità ma dal quale sarà assolto. Invece che sollevato, entra in una crisi profonda e diventa un uomo cattivo. E, improvvisamente, si accorge che la società gli apre tutte le porte: Alfredo cresce professionalmente, le donne lo desiderano, guarisce dai suoi mali e dalle sue paure.
"È uno spettacolo che è nato per me – prosegue Mastandrea –. Con Mattia (Torre, ndr) abbiamo lavorato insieme tanto tempo e ne abbiamo discusso altrettanto". ’Migliore’ è un testo che accende i riflettori sulle dinamiche dei nostri tempi, sulle persone che costruiscono il loro successo sulla spregiudicatezza, il cinismo, il disprezzo per gli altri. E racconta il paradosso dei disprezzati, che di fronte a queste persone chinano la testa e, affascinati, li lasciano passare. Lo spettatore si trova di fronte a numerose riflessioni: nel mondo dei rampanti, degli arrivati, solo i cattivi ce la fanno? È questo il mondo attuale, è questa la realtà in cui chi cerca lavoro e chi vuol far carriera deve imporsi? Il successo ha come prezzo da pagare la perdita di ogni etica e valore?
Domande che pesano come macigni sul palco, in una scenografia nera ed essenziale, attorno alla quale Mastandrea si muove nel suo impeccabile abito scuro da manager. La produzione è del Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo. Nella sua regia, Mattia Torre è guidato da sensibilità e l’acutezza di un testo di grande potenza, che ha condensato più di altri l’immagine malinconica, dannata e struggente, dell’italiano medio ’per bene’. Autore teatrale e televisivo, sceneggiatore e regista, Torre è scomparso nel 2019, ed è stato l’artefice, tra gli altri, di capolavori come ’Boris’, ’La linea verticale’ e ’Figli’.
Olga Mugnaini