REDAZIONE FIRENZE

La peggio gioventù: "Gli influencer violenti. Modelli sbagliati per i nostri ragazzi"

Il boom di baby gang e rapine: la procura minorile analizza il fenomeno. Spena: "Dati preoccupanti, producono l’effetto di insicurezza sociale".

La peggio gioventù: "Gli influencer violenti. Modelli sbagliati per i nostri ragazzi"

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Tra i minorenni, s’impennano le rapine: lo dicono i dati diffusi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, oltre alle cronache che quasi quotidianamente raccontano di gesti di prepotenza e veri e propri atti criminali con under 18 protagonisti, nel male e nel bene.

Ma la fotografia che la procura dei minori di Firenze fa dei nostri ragazzi racconta molto di più di quello che si vede in primo piano: nelle nuove generazioni, nei nostri figli, c’è uno sfondo di "disagio e vulnerabilità", caratteri che "si evidenziano nella diffusione nell’attuale società di fenomeni devianti quali il ’cyber-bullismo’, il bullismo scolastico, il cosiddeto revenge porn, la diffusione e l’interscambio di materiale pedopornografico e di video ’best gore’, nelle condotte violente e negli abusi sessuali".

"Su tali condotte - argomenta la procuratrice Ersilia Spena - certamente hanno influenza l’uso dei social network, e soggetti quali influencer, youtuber, rapper e trapper che possono costituire un erroneo esempio da imitare quando trasmettano messaggi dai contenuti violenti".

Analizzando i numeri, la procura dei minori segnala "un significativo aumento statistico" delle rapine: da 100 a 142.

"Dato preoccupante e certamente non sconnesso dal contesto socio-relazionale in cui maturano i processi motivazionali che portano alla commissione dei suddetti gravi reati da parte di giovani". Un procedimento penale, avviato nel 2023, descrive i modi delle baby gang: un gruppo di minorenni è accusato di aver rapinato coetanei sempre con la stessa modalità. Cioè "fermando le vittime, chiedendo loro piccole somme di denaro per poi passare all’azione accerchiandole, tenendole ferme e frugando sulla loro persona alla ricerca di altro denaro, cellulare e simili, al contempo minacciandole di percuoterle".

Questa inchiesta non è però bastata. I casi si ripetono, è una piaga dilagante, dove forse proprio i social e i loro ’influencer’ negativi concorrono a moltiplicare le emulazioni. "Tali condotte predatorie, evidentemente realizzate con violenza e minaccia, segnano una forma particolarmente brutale e pericolosa di devianza minorile, in quanto protesa alla lesione dell’altrui incolumità personale a fini di profitto. Seppur non si ravvisano agiti particolarmente violenti come rapine con armi da fuoco - conclude la procuratrice Spena - tuttavia l’entità del dato in analisi non può che apparire significativo e preoccupante, anche per l’effetto di ’insicurezza sociale’ che indubitabilmente produce nella percezione del cittadino".