La Pergola omaggia Pessoa: "Uno scrigno di personaggi"

Il nuovo lavoro di Bob Wilson ispirato all’enigmatico poeta portoghese

La Pergola omaggia Pessoa: "Uno scrigno di personaggi"

La Pergola omaggia Pessoa: "Uno scrigno di personaggi"

Nasce al Teatro della Pergola il nuovo spettacolo di Robert Wilson ispirato a Fernando Pessoa, l’enigmatico poeta portoghese dai molti eteronimi. ’Pessoa. Since I’ve been me’ è in prima mondiale a Firenze dal 2 al 12 maggio.

Lo spettacolo su testi di Pessoa, con regia, scene e luci di Robert Wilson, la drammaturgia di Darryl Pinckney, i costumi di Jacques Reynaud, la co-regia di Charles Chemin, è portato in scena da Maria de Medeiros, Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci, Gianfranco Poddighe, Janaína Suaudeau, che danno vita a ’Pessoa. Since I’ve been me’ in italiano, portoghese, francese, inglese (con sovratitoli in italiano). Commissionato e prodotto da Teatro della Pergola di Firenze e Théâtre de la Ville di Parigi nel segno del progetto comune ’L’Attrice e l’Attore Europei’, lo spettacolo è coprodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg. "L’idea che sia una produzione internazionale, che ci siano attori di Paesi differenti, con background culturali differenti, e che sia uno spettacolo in varie lingue – afferma Wilson – mi sembra giusta per Pessoa. Era, infatti, un uomo fatto di tante diverse ’persone’, era un portoghese cresciuto in Sudafrica. Come tutti noi era pieno di molti ’personaggi’". Wilson evoca le varie atmosfere delle opere di Pessoa, la fluidità dell’umore, meditativo o comico, razionale o anarchico, che nasce da una vita condivisa con personalità eteronime come Alexander Search o Bernardo Soares o Vicente Guedes o Alberto Caeiro o Álvaro de Campos o Ricardo Reis. La libertà nell’uso delle immagini di Wilson è l’equivalente di questi allegri e severi scettici della metafisica. Il regista presenta Pessoa e la sua cerchia di personaggi come evasori dei concetti filosofici tradizionali. "Abbiamo elaborato una drammaturgia che mescola parole essenziali, nel senso di parole che dicono qualcosa sul ’sé’, sui possibili ’sé’, sulla pluralità degli altri ’sé’ ai quali vengono attribuite le sue opere. È così che nello spettacolo si intersecano anche gli aspetti più intimi della vita" aggiunge il co-regista Chemin.