REDAZIONE FIRENZE

La piccola lotta ancora. Parenti con lei in ospedale: "Due famiglie distrutte"

Stabile ma in gravi condizioni al Meyer la bimba di sei anni sopravvissuta. Si indaga sui controlli alla caldaia. L’amica dell’ex moglie: "Come volete che stia?".

Nella tragedia di via San Felice a Ema 33 hanno perso la vita Matteo Racheli, imprenditore 49enne originario di Gardone Val Trompia, la compagna Alcione Margarida, 46enne brasiliana, Elio Racheli, il bambino più grande di 11 anni nato dalla prima unione di Matteo Racheli

Nella tragedia di via San Felice a Ema 33 hanno perso la vita Matteo Racheli, imprenditore 49enne originario di Gardone Val Trompia, la compagna Alcione Margarida, 46enne brasiliana, Elio Racheli, il bambino più grande di 11 anni nato dalla prima unione di Matteo Racheli

Seduta dopo seduta, la bambina di sei anni sopravvissuta per miracolo alle esalazioni del monossido di carbonio, il killer silente, lotta tra la vita e la morte. Troppo importanti, però, l’ossigenoterapia in camera iperbarica per "scalzare" il legame del monossido dall’emoglobina a favore degli atomi d’ossigeno. Come ricordato dal medico dello staff della direzione sanitaria del Meyer Francesca Menegazzo.

La piccola orfana del padre Matteo Racheli, della madre Alcione Margarida e del fratello maggiore Elio di 11 anni, tutti stroncati dalle esalazioni nella villetta resideziale di via San Felice a Ema, resta ricoverata. "stabile", sedata nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico. In prognosi riservata, in "condizioni gravissime" e ancora in "pericolo di vita". Come han certificato dalla serie di bollettini medici emessi nella giornata di ieri.

Vicino alla piccola di sei anni c’è il cugino di Matteo Racheli, Marco, accorso da Brescia non appena appresa la tragica notizia. È lui - tra l’altro è medico - il parente più prossimo di Racheli, che era figlio unico e aveva perso entrambi i genitori. Da giorni è accanto alla bambina ricoverata al Meyer, in rispettoso silenzio per la tragedia che si è consumata intorno a lei e per supportarla in questa sua lotta in solitaria per la vita.

Tra ieri e oggi, invece, era previsto l’arrivo dei familiari da parte della madre di origini sudamericane, dislocati tra l’Italia e il Brasile. Stride pesantemente l’assolato pomeriggio di un sabato prenatalizio con il dramma che si sta vivendo a Campi. Al confine con Poggio a Caiano c’è l’abitazione che ospiterebbe Claudia Fabbrizzi, la prima compagna di Matteo Racheli. Claudia sarebbe in compagnia dei nonni del bambino. Socchiuse le persiane marroni della casa, con il dolore per quanto accaduto che resta all’interno delle mura domestiche.

"Come volete che stia Claudia? - evidenzia un’amica stretta - È distrutta. è un momento difficililissimo, ma dobbiamo farci tutti forza per pensare e supportare chi è rimasto, come Claudia". In attesa dei risultati dell’autopsia, come confermato anche dallo stesso parroco, don Andrea Coppini, della possibilità che il funerale di padre e figlio possa essere celebrato qui, non si sa niente. Almeno per il momento. Una famiglia, la loro, poco conosciuta in paese. Ma il cui destino ha comunque fatto scendere una cappa di tristezza in paese col Natale alle porte.

In linea d’aria, sì e no a due chilometri di distanza, in via Petrarca, c’è invece la gelateria dove Matteo lavorava, ‘Artigiani Gelateria’. "Una persona sempre disponibile e gentile", racconta Paolo, che del locale era un frequentatore abituale.

Fronte indagini, tiene banco il giallo alla caldaia presente in abitazione, impiantata nel 2019 - forse in occasione di una ristrutturazione della villa di pregio -, con solo la certificazione di collaudo registrata. Non i controlli e le manutenzioni successive. Come dimostrato dal mancato ritrovamento della documentazione che attesti il contrario, e quindi le revisioni imposte dalla legge da parte della squadra mobile della questura di Firenze. è stata quindi la cattiva manutenzione a causare la tragedia di via San Felice a Ema costata la vita alla famiglia Racheli?

F.I.P.F.N.