FIRENZELa popolazione fiorentina esposta ai rumori sarà in netto calo (dai 27.113 residenti di oggi a 5.737 di domani che u una popolazione di oltre 360mila persone rappresentano una percentuale trascurabile). Ma vediamo di capirci di più. Il dato spunta dalla relazione di 54 pagine redatta dal Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa sui dati integrativi della valutazione e di impatto data da ‘rumore aeroportuale’, richiesta dalla Regione sulla base di dati freschi forniti da Ambiente spa, con tanto di stime di emissione per le fasce acustiche a partire da Leq diurni e notturni.
E che cos’è un Leq? Tecnicamente, livello sonoro equivalente continuo: una metrica chiave negli studi di acustica e rumore, che rappresenta il livello sonoro medio in decibel in un periodo designato. "Sulla base delle stime addizionali si ribadisce l’osservazione di uno shift d’impatto acustico dalle aree geografiche più a est della sede aeroportuale verso le aree ad ovest, coerentemente con la collocazione della nuova posta" si legge nella relazione.
Ma il rumore non può sparire. Ergo, banalmente si sposterà verso ovest. C’è una premessa però da fare. Le nuove aree interessate ’subiranno’ un numero di decibel nettamente inferiori rispetto a quelli che attualmente e da decenni sopporta la popolazione dei borghi fiorentini. Questo perché le quote di sorvolo nelle zone abitate che in futuro saranno interessate dal passaggio degli aerei sono decine e decine di metri superiori rispetto a quelle attuali di Quaracchi, Brozzi e Peretola. Ciò nonostante c’è una flotta di Comuni che non ha mai nascosto la piena contrarietà al progetto d’espansione del Vespucci. Come noto il nuovo masterplan 2035 porta con sé due corollari di revisione: il terminal di dimensioni ridotte, meno sfarzoso e senza vigneti terrazzati, più la traslazione della pista di 2.200 metri in posizione obliqua.
Dinanzi a ogni grande infrastruttura, tipici sono i fronti dei favorevoli e contrari. Folto è il plotone anti-Peretola. Un po’, va detto, perché affetti dalla sindrome Nimby (not in my back yard, "ovunque, ma non nel mio giardino"). Ma certo, appaiono legittime le preoccupazioni degli abitanti dei comuni interessati. Il primo dato evidenziabile dallo studio è un incremento numerico in termini assoluti degli abitanti interessati dalle emissioni aeroportuali (+50.000, pari al +34,4%)". Quindi? Dato lo spostamento verso ovest delle emissioni di origine aeroportuali "i Comuni più interessati sono quelli di Campi, Sesto e Prato, con gli ultimi due interessati pressoché da livelli acustici inferiori a 55 decibel". Immissione significativa, ma al di sotto della soglia limite individuata dalle linee guida dell’Istituto Superiore della Sanità tale di "pericolo per la salute pubblica".
Dei 47mila e rotti residenti a Campi, il 71% (33.884) sarà "esposto" alle emissioni di rumore, 7mila in più dei livelli attuali (26.815). Lo stesso vale per Sesto: dagli attuali 14.993 abitanti si passa a 20.451 (30,7%, contro il 41,83%). Peggio, va a Prato: 84.765 residenti interessati contro i 2.686 attuali. Cioè dall’1,4% a poco meno della metà (43%) dei 196mila residenti.
Francesco Ingardia