La pista rumena al capolinea. Kata, un mistero anche il dna: "Il suo peluche è stato lavato"

La criminologa Sartorini, che assiste la mamma della bimba, non è convinta del risultato della superperizia sui tre reperti provenienti dalla stanza 205. "Perse le tracce: sono stati sequestrati troppo tardi".

La pista rumena al capolinea. Kata, un mistero anche il dna: "Il suo peluche è stato lavato"

La criminologa Sartorini, che assiste la mamma della bimba, non è convinta del risultato della superperizia sui tre reperti provenienti dalla stanza 205. "Perse le tracce: sono stati sequestrati troppo tardi".

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Kata non c’è. Neanche sull’orsacchiotto, nel secchio e nello straccio.

L’ennesima pista si frantuma. Ma portando con sè dubbi e suggestioni: com’è possibile che nel peluche ritenuto di Kata non vi sia alcun profilo genetico della bimba scomparsa dall’hotel Astor di via Maragliano il 10 giugno del 2023, e neanche dei suoi familiari?

Domanda che riecheggia insistentemente anche nella testa della criminologa Stefania Sartorini, consulente della mamma della piccola e anima di quest’accertamento sollecitato alla procura ma conclusosi con un buco nell’acqua.

L’ultima strada. Lo scorso 30 luglio i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda avevano consegnato al genetista Ugo Ricci tre reperti provenienti dall’hotel Astor. Si trattava del peluche, prelevato dalla stanza 205, al primo piano, e da un secchio con relativo ’mocio’ trovato anch’esso nel corridoio davanti a questa camera, occupata da persone rumene.

L’assenza di tracce che riconducono alla bambina nel secchio e nello straccio è quasi una buona notizia, nel senso che la presenza del dna di Kata in quei due reperti avrebbero significato che della sostanza biologica a lei appartenente era stata lavata con quegli attrezzi.

Ma il peluche, da cui la piccina non si separava mai, regalatole dallo zio materno Abel (tutt’ora indagato assieme allo zio paterno Marlon per la scomparsa della nipotina) poteva dare un’indicazione importante sugli ultimi movimenti della bimba prima di venire inghiottita nel nulla.

"Non si spiega che non ci sia il dna di Kata né quello di nessun altro componente della famiglia", dice la criminologa Sartorini, certa che l’orsacchiotto fosse della bimba scomparsa: "Ci sono delle foto di lei con quel peluche". E argomenta un’ipotesi: "Il bambolotto è stato sequestrato a oltre una settimana di distanza dalla scomparsa di Kata. E’ stato lavato dopo di ché ha preso una strada diversa da quella della famiglia".

"Era un reperto importante - dice ancora la consulente della madre della bimba - ma non è stato valutato in maniera adeguata. Il dna si cerca subito, non un anno dopo. E non è il solo elmento trascurato: anche una maglietta di Kata sporca di vomito non è stata analizzata perché piena di vermi. Analizzando il vomito avremmo potuto trovare cose importanti, ad esempio se fosse stata drogata".

Adesso, l’inchiesta sulla scomparsa della bimba rischia davvero di essere giunta alle battute finali.

Ogni pista è stata battuta, senza risultati confortanti. A quasi un anno e mezzo di distanza, non è chiaro neanche come la bimba sia uscita dal perimetro dell’hotel occupato, visto che nessuna telecamera delle tante che inquadrano le due uscite (su via Maragliano e su via Boccherini) ha fornito immagini utili.

L’ipotesi più accreditatata è che sia stata portata fuori dal retro, su via Monteverdi. Poi, il buio.